Tonni e sgombri in pericolo: popolazioni in calo del 74% in tutto il mondo

Le popolazioni di tonni e sgombri hanno subito un declino catastrofico in tutto il mondo negli ultimi 40 anni a causa della pesca eccessiva. Il calo registrato è del 74%. Secondo il WWF è necessario intervenire per frenare la pesca eccessiva.

Le popolazioni di tonni e sgombri hanno subito un declino catastrofico in tutto il mondo negli ultimi 40 anni a causa della pesca eccessiva. Il calo registrato è del 74%. Secondo il WWF è necessario intervenire per frenare la pesca eccessiva.

La scomparsa di tonni e sgombri mette a rischio gli ecosistemi acquatici di tutto il mondo. Il WWF e la Zoological Society di Londra hanno scoperto che le popolazioni di tonni e sgombri hanno subito un calo di almeno tre quarti dal 1970 al 2012.

A parere del WWF ci troviamo di fronte ad una perdita di specie fondamentali per la sicurezza alimentare umana e per la vita marina e che sarà necessario prendere seri provvedimenti per risolvere la situazione.

La pesca eccessiva sta distruggendo l’ecologia degli oceani di tutto il mondo eppure poco o nulla viene fatto per arginarla davvero. Alcune specie, come il tonno rosso, sono ormai sull’orlo dell’estinzione ma anche altre specie di tonni, destinate al consumo alimentare, vedono ridursi sempre più il numero dei propri esemplari.

Altre specie interessate da cali preoccupanti sono i cetrioli di mare, un cibo di lusso in Asia, che sono diminuiti del 98% nelle Galapagos e del 94% nel Mar Rosso egiziano. Anche altre specie acquatiche, come le tartarughe, sono continuamente in calo.

Quali sono le cause di questo fenomeno? Al primo posto troviamo la pesca eccessiva ma entrano in gioco anche altri fattori. L’inquinamento causato dalla plastica, ad esempio. I frammenti dei rifiuti possono essere ingeriti e provocare la morte dei pesci.

Abbiamo poi la perdita degli habitat naturali di mari e oceani che rendono difficile la sopravvivenza delle specie di questi luoghi. Non possiamo poi dimenticare i cambiamenti climatici che stanno portando all’acidificazione degli oceani, che assorbono il nostro inquinamento e si alterano di conseguenza.

Di questo passo le previsioni sono davvero preoccupanti: rischiamo di perdere tutte le barriere coralline del mondo entro il 2050 se l’acidificazione degli oceani causata dalle emissioni inquinanti continuerà in questo modo. L’acidificazione degli oceani danneggia le barriere coralline e i gusci di conchiglia dei piccoli animali acquatici.

Per quanto riguarda la pesca eccessiva, infine, il WWF esorta i governi di tutto il mondo ad adottare gli obiettivi di sviluppo sostenibile proposti dalle Nazioni Unite, comprese le disposizioni per la difesa della vita marina.

Marta Albè

Fonte foto: Fishing Weekly

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