Il Climate change cambia anche l’alimentazione degli animali

A causa del surriscaldamento della Terra alcuni animali sono costretti a modificare le loro abitudini alimentari per sopravvivere

Sempre più spesso sentiamo parlare dell’innalzamento globale della temperatura terrestre e della tropicalizzazione dei mari. E sempre più spesso assistiamo a violenti fenomeni naturali inattesi e talvolta apparentemente inspiegabili. I mutamenti climatici sono un argomento terribilmente attuale in grado di stravolgere non solo la nostra vita ma anche quella del mondo animale.

In particolar modo le loro abitudini alimentari, siano essi mammiferi, uccelli o pesci.

Alcune specie sono state costrette, a causa delle mutevoli condizioni climatiche, a modificare il proprio regime alimentare: è il caso delle volpi artiche che si sono messe letteralmente a dieta per perdere peso. E che dire di alcune varietà di roditori che all’innalzarsi delle temperature hanno assistito all’aumento del proprio peso corporeo.

Il fenomeno ha interessato varie specie animali nel mondo, che hanno dovuto escogitare una vera e propria strategia di sopravvivenza in relazione alle nuove condizioni climatiche.

A sostenere queste tesi le ricerche condotte dal Professore Yoram Yom-Tov, docente del Dipartimento di Zoologia dell’Università di Tel Aviv, che da molti anni si dedica allo studio dell’evoluzione corporea di molte specie in funzione dei cambiamenti climatici, nelle zone dove tali cambiamenti sono risultati più estremi.

Si va da alcuni uccelli presenti in gran Bretagna, alle volpi rosse ed i tassi della Danimarca, fino alle volpi e linci delle regioni scandinave.

Tanto maggiori sono i cambiamenti del clima, più è evidente l’adattamento che subisce il corpo degli animali interessati. Queste modifiche possono essere viste come un indicatore dei cambiamenti climatici – spiega Yom-Tov – specie alle alte latitudini la variazione di temperatura arriva anche a 3-4 gradi, e questo effetto ha un forte impatto“.

Nel suo articolo pubblicato da Global Change Biology, il biologo ci descrive come le volpi artiche siano state costrette a ridurre drasticamente il loro peso, a “restringersi”, per fronteggiare al meglio il cambiamento della Sub-Polar Gyre, la corrente prevalente della zona, che ha influito sulla disponibilità di cibo nell’ambiente circostante.

Analizzando le dimensioni di migliaia di esemplari di volpe artica e confrontando i dati con quelli raccolti negli anni precedenti si è compreso che la specie ha subito nel corso degli anni un vero e proprio dimagrimento.

Il fenomeno può essere spiegato con il fatto che un corpo più piccolo è in grado di dissipare maggiormente il calore e quindi di affrontare meglio l’aumento della temperatura esterna.

Ma gli stravolgimenti climatici al quale è soggetto il nostro ecosistema non portano esclusivamente alla perdita di peso, ma anche all’esatto opposto: alcuni piccoli roditori dell’Alaska negli anni hanno aumentato la loro massa corporea. In questo caso prevale un altro effetto – spiega Yom-Tov – gli inverni più caldi implicano una maggiore durata della stagione in cui gli animali si nutrono, e quindi una maggiore disponibilità di cibo di cui possono approfittare.

La ricerca non interessa soltanto i mammiferi ma anche molti uccelli: otto diverse specie di passeriformi nell’ultimo ventennio hanno perso il 4% della loro massa corporea. Anche alcuni pesci hanno dovuto dimezzare il loro peso per fronteggiare i cambiamenti climatici.

Ancora una volta la trasformazione che l’uomo ha imposto all’ambiente in cui vive ha delle ripercussione sull’intero ecosistema.

Lorenzo De Ritis

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