Caccia: la camera non salva gli uccelli. Sì all’uso di richiami vivi

L'emendamento che proponeva l'abolizione della cattura e dell'utilizzo degli uccelli selvatici come richiami vivi è stato respinto per poche decine di voti, ieri mattina alla Camera dei Deputati, in seno alla legge Europea 2013 bis.

L’emendamento che proponeva l’abolizione della cattura e dell’utilizzo degli uccelli selvatici come richiami vivi è stato respinto per poche decine di voti, ieri mattina alla Camera dei Deputati, in seno alla legge Europea 2013 bis.

A favore dell’emendamento si sono espressi il Movimento 5 stelle, Sel, Scelta civica, buona parte di Forza Italia e del Gruppo misto. Contro l’emendamento hanno invece votato la Lega, Fratelli d’Italia e il Pd, sostenuti dal parere del Governo.

Maggioranza e Governo, sordi all’appello delle associazioni ambientaliste e animaliste, hanno perso l’ennesima occasione per impedire l’odiosa pratica di utilizzare i richiami vivi, una delle attività più violente ancora in atto contro gli uccelli selvatici: piccoli uccelli migratori vengono catturati e costretti ad una vita in gabbia, in condizioni indegne, per fungere da richiamo per la caccia.

Un’attività vietata dalla normativa comunitaria (la cattura degli uccelli selvatici con le reti è categoricamente proibita), ma che l’Italia ha continuato a svolgere per anni e su cui l’Europa ha aperto una pesante procedura d’infrazione, chiedendo lo stop all’utilizzo dei richiami vivi, considerato – scrive la Commissione – che la quasi totalità dei cacciatori, italiani ed europei, caccia senza il loro ausilio.

Lo afferma la deputata di Sel Serena Pellegrino, compontente della commissione Ambiente di Monteciorio e firmatario dell’emendamento bocciato per soli 40 voti, ribadendo come l’articolo 15, predisposto dal governo, non risolva assolutamente la situazione di contenzioso determinatasi, anche perché la Commissione europea dopo essere stata informata di questo articolo, lo ha analizzato e per tutta risposta ha trasformato la procedura Pilot in procedura di infrazione.

“Il voto contro questo emendamento è stato un voto contro la natura, la civiltà e le regole europee e chi lo ha fatto se ne deve assumere la responsabilità e spiegare agli italiani che saremo condannati dall’UE perché qualcuno ha pensato di difendere l’indifendibile. Il retaggio di un passato che, come per ogni tradizione violenta, doveva essere cancellato. Non è questa l’Italia che vogliamo, l’Italia di cui abbiamo bisogno”, conclude la deputata di Sel Pellegrino.

I deputati del Movimento 5 Stelle in Commissione Agricoltura le fanno eco:

“Hanno votato insieme, Pd e Lega, per mantenere l’aberrante e illecita tradizione dei richiami vivi, a scapito della vita, della dignità di migliaia di uccelli migratori che ogni anno vengono catturati per fare da esca nella caccia, e, non in ultimo, a discapito delle tasche degli italiani”.

Mantenere intatto l’uso dei richiami vivi, semplicemente rimettendolo in deroga, vale come anticamera per la condanna comunitaria, spiegano Animalisti italiani, Enpa, Cabs, Lac, Lav, Leida, Lipu-BirdLife Italia, Vas, Wwf Italia, aggiungendo:

“L’articolo proposto dal Governo non solo non risolverà la procedura ma aggraverà la gestione della materia, aumentando il peso delle deroghe, da cui l’Italia è sommerso. Siamo ormai di fronte ad un Paese in deroga, che in tema ambientale, pur carico di procedure e condanne, continua a chiudere le porte e aprire le finestre, con danno enorme per il patrimonio naturale, il senso del diritto e il più elementare rispetto della vita degli animali”.

Nel nostro Paese, quindi, gli uccelli a fini di richiamo vivo saranno ancora costretti in piccole gabbie, al buio, così da far perdere loro la percezione del tempo. Possono subire conseguenze gravissime, dalla morte quasi immediata allo sviluppo di malattie causate dall’immunosoppressione da stress; ma possono subire anche traumi fisici e alterazioni causate dall’essere sottoposti a trattamenti farmacologici a base di testosterone, per obbligarli a cantare anche fuori dal periodo riproduttivo.

“Quello che si nasconde dietro l’apparente innocenza del nome “richiamo vivo” è in realtà un vero e proprio maltrattamento dell’animale, che come tale andrebbe vietato, ostacolato e punito”, ricorda la parlamentare 5stelle Chiara Gagnarli.

Roberta Ragni

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