Quinto conto energia: le Regioni puntano i piedi. Le modifiche agli incentivi s’hanno da fare

Le Regioni mettono il Governo con le spalle al muro. Parere negativo se l'esecutivo non accoglierà le modifiche proposte

Quinto conto energia. Ieri era atteso il parere della Conferenza Stato-Regioni sulle eventuali modifiche da apportare alla bozza del decreto sugli incentivi per il fotovoltaico. Ma le Regioni hanno optato per un rinvio dell’esame dei decreti, ma con un fine a tutto vantaggio del settore. Una sorta di aut aut: parere negativo se il Governo non accoglierà le modifiche proposte.

È quanto è emerso dall’incontro che si è svolto ieri a Roma. Il punto di vista ufficiale delle Regioni è dunque il rinvio del loro parere finché non saranno effettuate alcune correzioni al testo del Quinto conto energia. Quali?

In primo luogo, il rinvio al ottobre della prima data utile per l’entrata in vigore del nuovo conto energia. Altro elemento importante è l’innalzamento del tetto di spesa, dagli attuali 500 milioni di euro previsti dalla bozza a 1 miliardo, quindi in sostanza il raddoppiamento della quota. Ben lungi dai 7 miliardi richiesti dalle associazioni. Altra modifica dovrebbe riguardare il registro degli impianti, ed in particolare l’esclusione dal suddetto registro di quelli con potenza inferiore ai 20 kW, di quelli pubblici di qualsiasi potenza insieme agli impianti con caratteristiche innovative e quelli a concentrazione.

Non poteva di certo mancare tra le richieste la reintroduzione del bonus per la bonifica dell’amianto dai tetti, presente nel Quarto conto energia, ma grande assente del Quinto, almeno finora, e il reintegro del premio Made in Europe, atto a favorire i prodotti europei.

Un bilancio tutto sommato positivo. Molte delle richieste avanzate dalle associazioni sembrano essere state accolte e fatte proprie dalle Regioni. Uno degli ostacoli più grossi è sicuramente rappresentato dalla riduzione della quota degli incentivi che, nella migliore delle ipotesi, raggiungerebbero il miliardo.

Massimo Giordano, assessore allo Sviluppo economico e all’Energia della Regione Piemonte e coordinatore della Commissione ha così commentato: “I nostri enti sono convinti che la strada migliore sia quella di avviare una mediazione che porti ad una posizione che sia il più possibile condivisa tra gli Enti locali”. Per questo, a suo avviso, occorre “un attento esame delle proposte del Governo e del raggiungimento di una scelta condivisa sugli incentivi per le energie rinnovabili e una marcata sburocratizzazione del meccanismo di accesso al registro degli impianti“.

La palla passa al Governo.

Francesca Mancuso

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