Quinto conto energia: le associazioni si appellano alle Regioni per accelerare le modifiche

Le associazioni chiedono aiuto alle Regioni chiedendo di avere il pugno duro per ottenere le modifiche alla bozza del decreto

Quinto conto energia. Le associazioni hanno lanciato un nuovo appello alle Regioni, chiedendo loro di non fermarsi e continuare ad oltranza i negoziati sul nuovo sistema di incentivi destinati al fotovoltaico, fino a che non saranno accettate tutte le modifiche proposte sulla bozza.

Alla vigilia delle riunioni della Conferenza Stato-Regioni, AES, ANIE-GIFI, APER, ASSOSOLARE e Comitato IFI hanno chiesto ancora una volta aiuto alle Regioni, com’era accaduto meno di un mese fa.

Il 10 maggio scorso le Regioni avevano infatti avanzato una serie di modifiche da apportare al decreto, per tutelare un settore di punta come il fotovoltaico. Tra esse l’innalzamento del tetto di spesa dagli attuali 500 milioni di euro previsti dalla bozza a 1 miliardo, l’esclusione dal registro dei grandi impianti di quelli con potenza inferiore ai 20 kW, del ripristino del bonus per la bonifica dell’amianto dai tetti e del premio Made in Europe.

Ma le associazioni spingono il piede sull’acceleratore, e non si accontenano di qualche lieve miglioria che servirebbe a poco. “Seppure molte Regioni si siano mostrate fermamente a favore delle modifiche proposte dall’industria, i Ministeri competenti non sembrano intenzionati a cambiare quei parametri che, se venissero mantenuti come nelle attuali versioni, comprometterebbero definitivamente la sopravvivenza della maggior parte delle aziende del settore fotovoltaico, con gravi ripercussioni sull’occupazione e sull’economia del Paese” spiegano le associazioni.

In particolare, riveste un ruolo di primo pianto l’innalzamento del livello di spesa annua fino a 7 miliardi di euro. Fondamentale visto che il fotovoltaico starebbe contribuendo in maniera rilevante alla riduzione degli import energetici. Secondo le associazioni, solo nel mese di aprile il fotovoltaico ha soddisfatto il 5,5% della domanda nazionale di elettricità rappresentando il 7,4% della produzione.

Per questo, l’auspicio è che le riunioni che si svolgeranno in settimana tra Ministeri e Regioni possano far tornare i primi sui loro passi convincendoli ad apportare le modifiche necessarie affinché il fotovoltaico continui ad accumulare successi, anche a costo di ritardare l’uscita del decreto. Unica condizione che le associazioni sono disposte a negoziare.

Francesca Mancuso

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