Quinto conto energia: oggi in Gazzetta. Una misura punitiva per il fotovoltaico?

Un colpo basso all'industria del fotovoltaico. Ecco perché il Quinto conto energia potrebbe danneggiare il settore causando anche la perdita di numerosi posti di lavoro

Quinto conto energia. Una legge punitiva nei confronti dell’industria fotovoltaica. È questo il duro giudizio del Presidente di Gifi-Anie Valerio Natalizia, secondo cui i Ministri firmatari del nuovo testo, reso noto lo scorso venerdì, non sono stati in grado di considerare il fotovoltaico come il motore dello sviluppo del Paese e sarebbero responsabili del blocco del mercato e della ulteriore perdita di migliaia di posti di lavoro.

Un autogol da evitare, visto che come numerosi studi hanno confermato, il mercato fotovoltaico ha generato nel 2011 anche 2 miliardi di € di tasse a favore dello Stato che, secondo Natalizia da quest’anno a causa di questa legge ne dovrà fare a meno. “Le intenzioni verbali dei Ministri non si sono tradotte in fatti concreti – ha proseguito Natalizia, -. Con il 5° Conto Energia molte aziende che fino ad oggi hanno seriamente investito capitali sono costrette a ridimensionare drasticamente il personale e ridurre gli investimenti a scapito non solo del Sistema Paese ma anche delle casse dello Stato. Niente di più paradossale se si pensa che questo Esecutivo ha la missione di rilanciare l’economia nazionale e migliorare il bilancio dello Stato.

Le associazioni del settore sono rimaste scontente dal nuovo testo. A lungo avevano sperato che le soluzioni proposte dalle Regioni fossero accolte, salvaguardando non solo il settore in crescita nonostante la crisi, ma favorendo la produzione di energia pulita.

Di recente, in occasione di un convegno di Gifi-Anie tenutosi a Palermo è stato ribadito che il fotovoltaico ha contribuito positivamente alla produzione dell’energia influiendo anche sul sistema dei prezzi. Secondo l’Aeeg, se prima il differenziale di costo tra le ore di picco e quelle serali era del 30-40% ora si è ridotto del 15-17%. Dati confermati anche da Terna, per la quale per ogni punto percentuale in più di elettricità da rinnovabili il suo prezzo diminuisce di 2 €/Mwh.

Sempre Terna ha calcolato che tra le 13 e le 14 di Pasquetta, il 64% dell’energia prodotta in Italia derivava dalle rinnovabili. In Sicilia, tale ha raggiunto addirittura il 94% e il prezzo dell’energia nel momento di picco era pari a 0. Dati che invitano sicuramente a riflettere e che lasciano con l’amaro in bocca.

Le novità introdotte dal decreto secondo Gifi-Anie avranno un impatto negativo per il mercato: “L’imposizione del registro, il contingentamento delle risorse disponibili e la non adeguata gestione dei tempi di emanazione del Decreto hanno come effetto quello di imbrigliare il mercato e renderlo accessibile a pochi, aumentare la burocrazia e l’incertezza nonchè generare un effetto ‘boomerang’ sui costi legati all’incentivazione”.

Va ricordato che dovranno iscriversi al registro gli impianti su edifici per potenze superiori a 12 kW, a 50 kW se è operata la completa rimozione dell’eternit o dell’amianto e a 20 kW, optando per la riduzione del 20% della tariffa incentivante.

E i timori da tempo annunciati sulla corsa agli incentivi potrebbero concretizzarsi. Spiega Natalizia che “l’annuncio prematuro del cambio legislativo ha infatti inevitabilmente generato una corsa all’installazione, testimoniata anche dal contatore del GSE, e quindi l’aumento degli incentivi erogati, che di fatto vanifica quelle che sono le intenzioni del 5° Conto Energia. Il rischio è che la legge entri in vigore quando il limite dei 6 miliardi di € sarà ampiamente superato.

In questo contesto – conclude – urge, onde evitare il collasso dell’industria, risolvere tutte le limitazioni regolatorie allo scopo di liberalizzare il mercato dell’energia dando la possibilità reale di produrre e vendere l’energia elettrica anche sulla base di contratti tra privati”. L’associazione è già all’opera per proporre dei meccanismi di semplificazione da presentare alle Istituzioni nel corso delle prossime settimane per salvare l’industria del fotovoltaico.

E Power One, azienda italiana del fotovoltaico, ha rivolto un appello al Ministro Passera, chiedendo di rimediare. Spiega il portavoce di Power One, Averaldo Farri che “sarà sufficiente che in fase di presentazione del V Conto Energia si lasci aperto uno spiraglio ad un cambiamento della regola del registro nel caso in cui, passati tre mesi dal varo del decreto, si vedesse che il settore si ferma“. Una sorta di uscita di sicurezza. Farri spiega inoltre che se davvero si voleva “dare una regolata” al settore, sarebbe stato sufficiente ridurre le tariffe previste dal IV Conto Energia, in funzione dell’installato. A suo avviso, infatti, “quel sistema avrebbe spinto il settore velocemente verso la grid parity”.

Voler cambiare tutto l’impianto della legge – continua – invece, dà la sensazione di una misura punitiva. Il mercato che deriverà dal contingentamento della potenza installata gestito dai registri sarà di circa 1,5 GW all’anno contro i 3,5-4 GW annui che il mercato italiano ha saputo sviluppare fino ad ora. È chiaro che una riduzione di quasi 2/3 del mercato interno non potrà che causare disastri per le aziende. C’e’ una diffusa percezione fra gli operatori economici che il registro non funzionerà e, inoltre, il limite del fuori registro, che sia 12KW o 20KW poco importa, è visto come una punizione nei confronti del settore e come una misura il cui unico scopo è il blocco dello sviluppo del fotovoltaico in Italia“.

 

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook