Incentivi rinnovabili: tutte le novità della bozza del decreto

Modifica del tetto previsto per le spese annue complessive, abbandono del sistema dei certificati verdi e sistema delle aste al ribasso. Sarebbero queste le principali novità della bozza del decreto che andrà a modificare, pur proseguendo sulla linea generale stabilita dal precedente esecutivo, il meccanismo di incentivazione agli impianti da fonti pulite. Secondo alcune indiscrezioni, il nuovo documento sarà presentato a breve, dopo la firma del ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, e quella del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini.

Modifica del tetto previsto per le spese annue complessive, abbandono del sistema dei certificati verdi e sistema delle aste al ribasso. Sarebbero queste le principali novità della bozza del decreto che andrà a modificare, pur proseguendo sulla linea generale stabilita dal precedente esecutivo, il meccanismo di incentivazione agli impianti da fonti pulite. Secondo alcune indiscrezioni, il nuovo documento sarà presentato a breve, dopo la firma del ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, e quella del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini.

Con la nuova bozza, la soglia massima di spesa annua prevista salirà a 6 o 7 miliardi di euro. Ben un miliardo circa in più rispetto a quanto previsto dal governo Berlusconi. Dal 2013, inoltre, scompariranno i certificati verdi, passando così al vero e proprio sistema di incentivi che tiene conto della proporzionalità tra sussidio ed energia elettrica prodotta, il cosiddetto feed-in-tariff. Con questo sistema, adottato, tra gli altri, da Germania, Francia, Spagna, Portogallo e Repubblica Ceca, lo Stato stabilisce per un certo numero di anni per le energie rinnovabili un prezzo fisso di anni superiore a quello di mercato. La maggiorazione vale per i produttori come incentivo a investire nello sviluppo di tecnologie innovative e verdi.

Quanto all’eolico gli incentivi dovrebbero prevedere tariffe intorno ai 118 euro per megawattora per impianti con capacità produttive che superano i 5 MW di potenza e di circa 310 euro per quelli con meno di 20 kilowatt. Si prevedono contributi di 20 anni per impianti eolici on shore e di 25 per quelli off shore.

Nel caso dell’idroelettrico, poi, gli incentivi verranno erogati nell’arco di 25-30 anni con tariffe che vanno dai 102 ai 320 euro per MWh, mentre per gli impianti geotermici sono invece previste tariffe comprese tra i 100 e i 105 euro per MWh.

Per gli impianti che sfruttano l’energia prodotta dalle biomasse, invece, le novità potrebbero prevedere l’introduzione di un meccanismo di aste al ribasso per l’assegnazione degli incentivi e di ai sussidi statali automatici per gli impianti più piccoli. Discorso a parte, infine, per gli impianti di potenza superiori ai 5 megawatt, che potranno accedere agli incentivi solo partecipando ad aste al ribasso. Soglia che sale a 20 MW nel caso di impianti a biomassa che impiegano sottoprodotti agricoli o rifiuti biodegradabili. La prima asta potrebbe tenersi entro giugno.

Con questo meccanismo, spiega Milano Finanza , nel triennio 2013-2015 saranno incentivati circa 1.850 megawatt di eolico on shore, 680 megawatt di off shore, 150 megawatt di idroelettrico, 60 megawatt di geotermico e 180 megawatt di biomasse, biogas e bioliquidi sostenibili.

Abbiamo due impegni: finire di giocare al gioco dell’oca per le autorizzazioni relative agli impianti, versante sul quale stiamo lavorando, e dare garanzie al settore. Il sostegno alle rinnovabili non è il peso più importante in bolletta”, ha affermato ieri il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini intervenendo alla trasmissione televisiva “Uno Mattina”, su Rai1, sottolineando anche l’importanza dello snellimento dell’iter autorizzativo per gli impianti di energia rinnovabile.

Il comparto delle rinnovabili, intanto, attende febbrilmente che il provvedimento, che avrebbe dovuto essere emanato entro lo scorso novembre, ma che era slittato a causa del cambio di governo, venga pubblicato.

Roberta Ragni

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