Efficienza energetica: l’Ue raggiunge l’accordo e introduce regole più severe per aziende pubbliche e private

Raggiunto un accordo (provvisorio) che punta a ridurre i consumi energetici sul territorio europeo: per la prima volta al principio di efficienza energetica è stata attribuita forza giuridica. Ecco quali obiettivi dovranno impegnarsi a raggiungere gli enti pubblici e le aziende priavate

Nelle scorse ore è stato finalmente raggiunto un accordo a livello europeo sulla nuova direttiva che riguarda l’efficienza energetica. Come annunciato dalla Commissione europea, l’obiettivo prefissato è quello di riuscire a ridurre il consumo finale di energia dell’11,7% nel 2030.

Si tratta di un importante passo avanti nella messa a punto del pacchetto “Pronti per il 55%”, il cui obiettivo è quello di tagliare le emissioni (del 55% come indica lo stesso nome) – derivanti dal settore dei trasporti, quello edilizio, zootecnico e dei rifiuti – per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. In base all’accordo provvisorio, l’obbligo di risparmio energetico annuale è quasi raddoppiato al fine di garantire un progresso continuo.

Risparmiare energia è un passo fondamentale per salvare il Pianeta. Negli ultimi mesi, gli europei hanno dimostrato di essere pronti e in grado di affrontare questa sfida e la nostra industria ha dimostrato di poter ottimizzare l’uso dell’energia e i processi produttivi. – ha commentato Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo.– Ora abbiamo bisogno che l’efficienza energetica diventi una parte ancora più sistemica della nostra società, e questa direttiva revisionata ci aiuta a farlo.

Per la prima volta l’Europa mette nero su bianco il fatto che al principio di efficienza energetica debba essere conferita forza giuridica. Ciò significa che tutti i Paesi membri dell’Ue dovranno tener conto di questo elemento nelle politiche, nella pianificazione e nelle principali decisioni di investimento in ambito energetico e non solo.

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Le nuove regole per il settore pubblico

A livello pratico ciò si traduce in regole più severe. In base a quanto stabilito dall’accordo – che però è ancora provvisorio – al settore pubblico viene attribuita una maggiore responsabilità: negli appalti gli enti dovranno tenere sistematicamente conto dei requisiti di efficienza energetica; per quanto riguarda l’ambito pubblico, questo dovrà raggiungere fin da subito una riduzione annuale del consumo energetico dell’1,9%.

Invece, tutti Stati membri dovranno impegnarsi a rendere più efficiente – ogni anno – almeno il 3% della superficie totale delle strutture che appartengono agli enti pubblici, sia statali, che regionali o locali.

Le regole per le aziende

Anche le imprese private dovranno impegnarsi di più a diventare maggiormente efficienti sotto il profilo energetico. Alle aziende con consumi superiori agli 85TJ annui sarà richiesto di dotarsi di sistemi di gestione energetica; in caso contrario, saranno sottoposte a un audit energetico (se il loro consumo annuo dovesse superare i 10 TJ). Inoltre, per la prima volta verrà introdotto anche un sistema di reportistica per i consumi.

L’accordo prevede pure che i vari Paesi membri dell’Ue si adoperino per promuovere a livello locale dei piani di riscaldamento e raffrescamento nei centri urbani che hanno una popolazione superiore a 45mila abitanti.

I requisiti minimi saranno gradualmente modificati per riuscire a assicurare, entro il 2050, la fornitura completamente decarbonizzata di teleriscaldamento e teleraffrescamento. – chiarisce la Commissione europea – Il sostegno alle nuove unità di cogenerazione ad alto rendimento che utilizzano il gas naturale e sono collegate al teleriscaldamento nei sistemi efficienti di teleriscaldamento e teleraffreddamento sarà possibile solo fino al 2030, mentre l’uso di qualsiasi altro combustibile fossile sarà vietato per le nuove capacità di generazione di calore in tali sistemi.

Per l’adozione formale dell’accordo e la sua entrata in vigore bisognerà attendere l’ok da parte del Parlemento europeo e del Consiglio.

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Fonte: Commissione Ue

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