Greenpeace al G8: un milione di posti di lavoro verdi per rilanciare l’economia

uno studio di Greenpeace conferma e spiega come investendo in energie pulite nei paesi del G8, si dovrebbero complessivamente creare un milione di posti di lavoro entro il 2020, 460.000 in più di quanti se ne creebbero se si continuasse ad investire nelle energie tradizionali e riducendo le emissioni del 50% entro il 2030.

Chi ci segue sa quanto crediamo nella green economy e nelle sue conseguenze occupazionali. Abbiamo riportato diversi commenti e articoli d’oltreoceano ed europei, che sostengono la bontà di scelte green per le economie, oltreché per creare lavoro. Anche la politica italiana si è fatta sentire, forse più con slogan, al riguardo. Oggi uno studio di Greenpeace conferma e spiega come investendo in energie pulite nei paesi del G8, si dovrebbero complessivamente creare un milione di posti di lavoro entro il 2020, 460.000 in più di quanti se ne creerebbero se si continuasse ad investire nelle energie tradizionali e riducendo le emissioni del 50% entro il 2030.

Lo studio “Powering job creation” delinea come passando dal carbone alle rinnovabili nei paesi del G8 (Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia, Russia e USA) , cosa peraltro non più procrastinabile per il clima, ridurremmo rispetto ai valori attuali del 50% le emissioni di CO2 per il 2030 e dell’80% per il 2050.

Scegliendo questo percorso nel più breve lasso di tempo possibile, lo scenario che si aprirebbe sarebbe quello in cui i posti di lavoro nel settore dell’energia aumenterebbero da 1,4 milioni nel 2010 a 1,8 milioni nel 2020, e successivamente a 2,1 milioni nel 2030. Se i Paesi del G8 invece non modificassero le loro scelte, i posti di lavoro si fermerebbero tra 1,4 e 1,5 milioni nel periodo compreso tra il 2010 e il 2030.
Per l’Italia il discorso è semplice. Occorre approfittare dei piani europei, vigilando sulla destinazione dei fondi. La conferma che 250.000 posti sono a portata di mano, solo per il settore elettrico, entro il 2020, lo conferma lo studio Bocconi-GSE del maggio di quest’anno, con una simulazione di investimenti per 8 miliardi di euro all’anno fino a quella data.
“L‘Italia abbandoni il carbone e dimentichi le false soluzioni come il nucleare – dichiara Andrea Lepore, della campagna clima di Greenpeace – La crisi economica deve trasformarsi per l’Italia in un’opportunità per creare nuova occupazione e andare con decisione verso una rivoluzione delle energie”.

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