Fotovoltaico nel Sahara: anche l’Italia entra in Desertec con Enel Green Power

L'italia non poteva mancare nell'importante progetto Desertec, nato nel 2009 con l'obiettivo di fornire all’Europa, entro il 2050, il 15% fabbisogno elettrico sfruttando le potenzialità del Sahara. Lo fa attraverso Enel Green Power, società del gruppo Enel che si occupa di energie rinnovabili, che ha aderito in questi giorni, insieme ad altri 4 nuovi partners, alla joint venture Desertec Industrial Initiative(DII).

L’italia non poteva mancare nell’importante progetto Desertec, nato nel 2009 con l’obiettivo di fornire all’Europa, entro il 2050, il 15% fabbisogno elettrico sfruttando le potenzialità del Sahara. Lo fa attraverso Enel Green Power, società del gruppo Enel che si occupa di energie rinnovabili, che ha aderito in questi giorni, insieme ad altri 4 nuovi partners, alla joint venture “Desertec Industrial Initiative“(DII).

Tra i partners di Desertec anche il gestore della rete elettrica spagnola Red Electrica, Nareva Morrocan group di nazionalità marrocchina e la statunitense First Solar per quello che Paul van Son, amministratore della joint venture, ha definito “un importante passo verso una reale internazionalizzazione della nostra iniziativa industriale“.

Il progetto prevede l’applicazione di tecnologie che utilizzano le fonti rinnovabili nelle zone desertiche, attraverso la cooperazione tra Europa, Africa Settentrionale e Medio Oriente. In particolare verranno realizzate centrali solari ed eoliche per generare energia elettrica destinata sia a soddisfare fabbisogni energetici locali sia quelli dell ‘Europa, dove l’energia sarà trasportata grazie ad una rete elettrica di interconnessione ad alta tensione, perlopiù sottomarina. L’obiettivo, come detto, è quello di fornire il 15% del fabbisogno di energia elettrica dell’Europa e una porzione significativa di energia ai Paesi produttori entro il 2050, con investimenti stimati per 400 miliardi di euro.

Siamo lieti di entrare a far parte oggi di Desertec, un’importante iniziativa che prevede lo sviluppo di un mix di varie tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili nel Medio Oriente e nel Nord Africa -ha detto il presidente di Enel Green Power, Francesco Starace– Sosterremo fortemente l’iniziativa insieme ai nostri partner, potendo apportare la nostra expertise nel settore geotermico, la nostra capacita’ nel settore eolico nonché il nostro impegno nello sviluppo di nuove tecnologie sia nel fotovoltaico, sia nel solare termodinamico, in particolare con il progetto Archimede“.

“Dii” si compone attualmente di 17 azionisti, fra cui spiccano le tedesche E.On, Deutsche Bank, Munich Re, Rwe e Siemens ma anche Abengoa Solar, Cevital, Hsh Nordbank, Man Solar Millennium, M+W Zander e Schott solar.

La notizia dell’entrata in gioco di Enel Green Power è particolarmente significativa perché segna un’inversione di tendenza in una joint venture, in precedenza, a completa trazione centro e nord europea. Germania e Francia, infatti, avevano preso saldamente in mano le redini del progetto Desertec coinvolgendo nell’impresa una ventina di aziende e banche di primo piano (Munich Re, Siemens, Deutsche Bank, E. On, Rwe). Poi, insieme al Benelux ed ai Paesi Scandinavi era stato annunciato un ambizioso progetto di supergrid.

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In entrambi i casi il Sud Europa e, in particolare, l’ Italia, erano rimaste fuori, complice anche una mozione del Senato, critica nei confronti del solare termodinamico, la tecnologia alla base del progetto delle imprese franco tedesche ma, in generale, di Desertec per quel che riguarda il solare. La tecnologia termodinamica, tuttavia, ha avuto il suo momento di eccellenza e di crescita tutto italiano grazie all’operazione Archimede condotta in Sicilia dall’Enea (guidata dal premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia) e dall’Enel.

Adesso che c’ è maggiore equilibrio nella presenza dei Paesi Europei ed essere entrati in Desertec potrebbe essere una occasione per rilanciare la filiera del fotovoltaico in Italia e, in generale, tutta la nostra Green Economy. Tuttavia in Italia è necessaria una maggiore certezza, anche normativa, come dimostrato dalla lunga querelle sulla aprrovazione del Nuovo Conto Energia e sulle polemiche che ne sono seguite. Anche due associazioni di categoria di produttori di energia fotovoltaica e rinnovabile, di recente costituzione, ovvero Asso Energie Future e Anest, hanno subito precisato che occorrono politiche coerenti e di lungo perido affinché l’ Italia possa correre con le proprie gambe e non diventare solo importatore di energia e di tecnologie prodotte da altri Paesi.

L’ingegner Francesco Starace ha precisato che Enel Green Power è entrata in Desertec come socio fondatore con la convinzione che l’ Italia, data la sua posizione geografica strategica, possa avere un ruolo importante, specie nella seconda parte del progetto, quella dedicata alla costruzione delle reti elettriche di interconnessione con l’ Europa. Un primo cavo di collegamento tra Tunisia e l’Italia, infatti, è già allo studio di Terna e delle autorità energetiche tunisine mentre ce n’ è già uno tra Spagna e Algeria ed un altro è in preparazione tra Egitto e Creta.

Tutte le interconnessioni saranno a doppio senso e serviranno anche per gestire meglio i carichi e stabilizzare la rete elettrica per evitare che si ripetano episodi come il black out della calda estate del 2003 che non è stato causato da un eccesso di domanda, essendo avvenuto di notte, ma da un problema di collegamento di rete con la Svizzera. Enel Green Power si impegnerà nel progetto soprattutto con Archimede, il progetto solare termodinamico che , con la prima centrale del genere al mondo, integra totalmente un ciclo combinato a gas e un impianto solare termodinamico a sali fusi per la produzione di energia elettrica.

Andrea Marchetti

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