Viaggi nello spazio, jet privati e megayacht: come il “carbonio di lusso” minaccia il limite di 1,5°C

L'1% più ricco rappresenterà il 16% delle emissioni totali entro il 2030, mentre il 50% più povero rilascerà una tonnellata di CO2 all’anno

Secondo uno studio, l’1% più ricco rappresenterà il 16% delle emissioni totali entro il 2030, mentre il 50% più povero rilascerà una tonnellata di CO2 all’anno

Jet privati ne abbiamo? E megayacht? I viaggi nello spazio, poi, con Bezos sembrano ormai diventato il passatempo prediletto dai ricconi. Ma quanto ci costano in termini ambientali?

È il cosiddetto “carbonio di lusso” che ci costa tanto, tantissimo, considerando che – per esempio – un solo lancio nello spazio di quelli impacchettati dal papà di Amazon produce 300 tonnellate di diossido di carbonio che restano negli strati più alti dell’atmosfera anche per decenni.

Dati confermati da un nuovo studio commissionato da Oxfam, secondo cui le emissioni di anidride carbonica dell’1% più ricco dell’umanità sono sulla buona strada per essere 30 volte superiori a quanto è compatibile con il mantenimento del riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C.

In linea con gli obiettivi climatici di Parigi, ogni persona sulla Terra dovrebbe ridurre le proprie emissioni di CO2 a una media di 2,3 tonnellate entro il 2030, circa la metà della media di oggi. Invece, dall’analisi emerge che quell’1% più ricco – che è una popolazione più piccola della Germania – rilascerà 70 tonnellate di CO2 a persona all’anno se il consumo attuale dovesse continuare. In totale rappresenteranno il 16% delle emissioni totali entro il 2030, rispetto al 13% delle emissioni del 1990. Nel frattempo, il 50% più povero rilascerà in media una tonnellata di CO2 all’anno.

Sembra che una piccola élite abbia il permesso di inquinare – afferma Nafkote Dabi, responsabile della politica climatica di Oxfam, che ha commissionato lo studio all’Istituto per la politica ambientale europea (IEEP) e all’Istituto per l’ambiente di Stoccolma (SEI). Le loro emissioni sovradimensionate stanno alimentando condizioni meteorologiche estreme in tutto il mondo e mettendo a repentaglio l’obiettivo internazionale di limitare il riscaldamento globale.

Anche questa ricerca arriva mentre i leader globali sono riuniti alla Cop26 per discutere i modi per ridurre le emissioni e mantenere l’obiettivo di 1,5°C sul tavolo, con un numero di delegati che stanno arrivando alla conferenza sul clima proprio con un jet privato, tra cui Boris Johnson, Prince Charles e lo stesso Jeff Bezos.

All’inizio di quest’anno Bezos è andato nello spazio con il suo razzo New Shepard, Sir Richard Branson è andato ai confini dello spazio con il suo Virgin Galactic Rocket e la compagnia di Elon Musk ha promesso di portare gli umani su Marte. Le emissioni di un singolo volo spaziale di 11 minuti ammontano ad almeno 75 tonnellate, che supererebbero le emissioni nell’arco della vita di uno dei miliardi di persone più povere della Terra.

Il documento mostra che la lotta per mantenere 1,5°C a portata di mano non è ostacolata dal consumo della maggior parte delle persone sul pianeta, ma dalle emissioni eccessive dei cittadini più ricchi del mondo, ha affermato Tim Gore, autore del briefing.

Anche le emissioni totali prodotte dal 10% più ricco potrebbero essere sufficienti a superare la quantità stanziata per il mantenimento degli obiettivi di 1,5 °C entro il 2030, indipendentemente da ciò che fa il restante 90% della popolazione.

Per colmare il divario di emissioni entro il 2030, è necessario che i governi prendano di mira le misure che emettono i più ricchi e più alti: le crisi climatiche e di disuguaglianza dovrebbero essere affrontate insieme. Ciò include sia le misure per limitare il consumo di carbonio di lusso come megayacht, jet privati ​​e viaggi spaziali, sia per frenare gli investimenti ad alta intensità climatica come le partecipazioni nelle industrie dei combustibili fossili, ha concluso Gore.

Siamo alle solite: i pesci grandi mangiano i pesci piccoli.

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