Ecomondo 2012: dagli Stati Generali della Green Economy 70 proposte “green” per uscire dalla crisi

70 proposte green per cambiare l'Italia. Sono quelle contenute nel Programma di sviluppo di una green economy elaborate per rispondere alla doppia crisi che sta coinvolgendo il nostro Paese, quella economica e quella ambientale. Il percorso, che si è concluso con l'elaborazione del documento, è stato presentato e discusso agli Stati Generali della Green Economy, ospitati ad Ecomondo 2012, la Fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile.

70 proposte green per cambiare l’Italia. Sono quelle contenute nel Programma di sviluppo di una green economy elaborate per rispondere alla doppia crisi che sta coinvolgendo il nostro Paese, quella economica e quella ambientale. Il percorso, che si è concluso con l’elaborazione del documento, è stato presentato e discusso agli Stati Generali della Green Economy, ospitati ad Ecomondo 2012, la Fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile.

Composti da 39 associazioni di imprese, che rappresentano tutti i settori dell’economia verde italiana, col supporto della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e la collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, gli Stati Generali sono stati aperti stamane dal Ministro dell’Ambiente Corrado Clini: “le imprese che hanno preparato gli Stati generali sono imprese che fanno, che hanno risultati e che dimostrano che la green economy in Italia è la chiave per uscire dalla crisi“, ha detto Clini all’apertura dei lavori, in cui le 70 proposte, estratte dai documenti elaborati dagli 8 gruppi di lavoro tematici, sono state oggetto di dibattito e di confronto.

Otto i grandi gruppi per lo sviluppo della green economy, con diverse proposte al loro interno: Sviluppo dell’ecoinnovazione, Sviluppo dell’ecoefficienza, della rinnovabilità dei materiali e del riciclo dei rifiuti, Sviluppo dell’efficienza e del risparmio energetico, Sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, Sviluppo dei servizi ambientali, Sviluppo di una Mobilità sostenibile, Sviluppo delle filiere agricole di qualità ecologica, Sviluppo di una finanza e un credito sostenibili per la green economy. “Investire nella green economy significa investire nella competitività futura, nella crescita economica e nella creazione di posti di lavoro“, ha ricordato Janez Potocnik, commissario europea per l’Ambiente, nel suo messaggio inviato a Rimini.

Visti i potenziali elevati di sviluppo della green economy, secondo Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, bisognerebbe fare particolare attenzione “sia nell’individuazione di ostacoli e barriere, che si oppongono alla sua affermazione, sia nell’adozione di strumenti economici utili alla sua diffusione“. Nei settori strategici per una green economy l’Italia dispone di buone qualità, con capacità tecnologiche, professionalità ed esperienze di primissimo livello, anche se oggi compresse dalla crisi. “Dalla ricognizione di questi settori strategici emerge un potenziale importante per affrontare la crisi italiana e contribuire ad aprire una nuova fase di sviluppo: quello della green economy“, conclude Ronchi.

Ma per riuscire nell’impresa, “l’Italia può e deve, senza ulteriori esitazioni, colmare ritardi rispetto agli standard europei e darsi più validi presidi nella difesa dell’ambiente e delle biodiversità, nella gestione sostenibile delle risorse naturali, nella valorizzazione del paesaggio e del territorio, nella generale adesione a comportamenti più sobri e rispettosi dell’ecosistema“. A dirlo è il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un telegramma inviato a Ronchi, in cui ha elogiato il lavoro del ministero dell’Ambiente che ha voluto la realizzazione della iniziativa.

Perché in un momento di crisi globale, la green economy è la scelta migliore che si possa fare. E le 70 proposte uscite dagli Stati generali rappresentano una strada concreta da intraprendere non solo per promuovere un nuovo orientamento generale dell’economia italiana che apra nuove possibilità di sviluppo, durevole e sostenibile, ma anche per far fronte alle crisi economica ed ecologica-climatica, attraverso l’analisi dei potenziali positivi, degli ostacoli, nonché delle politiche e delle misure necessarie per lo sviluppo di un primo gruppo di settori strategici.

Per consultare i documenti integrali dei gruppi di
 lavoro
 clicca qui

Roberta Ragni

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