Fotovoltaico: nelle Hawaii si produce più energia solare di quanto le reti elettriche riescano a gestire

Hawaii, la rivoluzione dell'energia solare negli Stati Uniti ha la propria capitale nelle famose isole, dove il settore è talmente cresciuto negli ultimi anni da mettere in crisi i gestori delle reti elettriche. L'energia solare sta guadagnando terreno ovunque negli States, ma alle Hawaii in maniera davvero massiccia

Hawaii: in corso una rivoluzione solare che sta mettendo in crisi le reti elettriche

Hawaii, la rivoluzione dell’energia solare negli Stati Uniti ha la propria capitale nelle famose isole, dove il settore è talmente cresciuto negli ultimi anni da mettere in crisi i gestori delle reti elettriche. L’energia solare sta guadagnando terreno ovunque negli States, ma alle Hawaii in maniera davvero massiccia.

Il credito d’imposta favorevole ha generato i più alti tassi medi di elettricità della nazione prodotti grazie alle fonti rinnovabili e il programma più aggressivo basato sulle energie pulite adottato da uno Stato.

Molti proprietari di abitazioni e di aziende hanno optato per il fotovoltaico, installando sui loro tetti una grande quantità di moduli. Per dare un’idea del boom, basti pensare che il numero di impianti fotovoltaici in tutta l’isola si è raddoppiato ogni anno dal 2007, con circa 20.000 unità installate. Ma con una produzione di circa 140 megawatt – l’equivalente di una centrale elettrica di medie dimensioni – i crediti d’imposta ‘solari’ stanno seriamente mettendo in difficoltà il bilancio dello Stato, per questo i legislatori delle Hawaii e le utility elettriche stanno tentando di frenare la rivoluzione energetica in atto.

I crediti d’imposta solari sono costati allo stato 173,8 milioni dollari solo quest’anno, rispetto ai 34,7 milioni del 2010. Da qui la decisione delle autorità fiscali di dimezzare il credito d’imposta a partire dal 1° gennaio 2013.

L’Hawaiian Electric Co. di Oahu, che gestisce le utenze di Maui e Big Island, ha avvertito che l’esplosione del fai-da-te solare potrebbe minacciare la rete elettrica con la possibilità di fluttuazioni o cali di tensione e sbalzi improvvisi. Per il problema, se così si può chiamare, qualche tempo fa la società elettrica hawaiana aveva proposto una moratoria sugli impianti solari, un piano che ha incontrato sdegno immediato ed è stato subito ritirato. “Gli ultimi tre mesi si stanno trasformando in un manicomio del solare qui a Oahu,” ha detto Peter Rosegg portavoce dell’Hawaiian Electric.

Storicamente, l’alimentazione è fornita dalle grandi centrali elettriche centrali, che gestiscono i picchi di domanda, ma non è così semplice con le fonti naturali di energia come il vento e il sole. Ad esempio come fare durante una giornata di sole, quando gli impianti solari sui tetti producono più energia di quanto la rete è in grado di utilizzare? Il problema è particolarmente rilevante alle Hawaii, dove ogni isola ha la propria rete di alimentazione isolata e non può compensare rapidamente con la potenza generata altrove e viceversa. Le conseguenze? Sbalzi di tensione (in caso di generazione in eccesso), luci tremolanti, blackout isolati. Che fare allora?

Una cosa è certa. Lo Stato ha fissato un obiettivo: ottenere il 40% della sua energia generata a livello locale da fonti rinnovabili entro il 2030. Già, Big Island produce il 44% della sua energia in questo modo e potrebbe raggiungere il 100% entro la fine del decennio.

Le premesse per la rivoluzione solare hawaiana ci sono tutte.

Francesca Mancuso

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