Quinto conto energia: peché va rivisto il registro degli impianti

Tanti sono ancora i dubbi, nonostante le modifiche chieste dalle Regioni. A preoccupare maggiormente è il registro

Quinto conto energia. L’apertura alle modifiche del Governo in occasione della Conferenza Stato-Regioni della scorsa settimana aveva lasciato presagire novità interessanti riguardo al nuovo sistema di incentivi destinati al fotovoltaico. Ma molti sono ancora i dubbi.

Nonostante le modifiche che le Regioni hanno proposto all’esecutivo per migliorare la bozza del decreto, ci sono dei punti che ancora non convincono, primo tra tutti il famigerato registro. Alla vigilia della riunione della Conferenza Stato-Regioni, ANIE/GIFI avevano ribadito la necessità di rivedere tale sistema che qualora fosse stato approvato senza modifiche sarebbe stato fallimentare.

Il registro è un sistema che ha dimostrato più volte la sua inefficienza” aveva dichiarato Valerio Natalizia, Presidente GIFI-ANIE. “Non serve a controllare la spesa ma solo a creare complicazioni burocratiche agli operatori e quindi aumentare i costi gestionali. Anche la Commissione Europea, in una lettera di richiamo inviata al Governo lo sottolinea con decisione“.

E Natalizia ha suggerito anche la strada da seguire per snellire la burocrazia, anch attraverso le autocertificazioni:Un sistema virtuoso che diminuisce il valore dell’incentivo all’aumentare del volume delle installazioni è la strada da seguire. Ma se il Governo intende mantenerlo, almeno prevediamo un innalzamento a 200 kW della soglia di accesso“.

In particolare, secondo il Presidente GIFI-ANIE, occorre puntare ora più che mai ad incentivare il settore e la produzione nazionale: “Bisogna avere coraggio ed investire, soprattutto nei momenti di crisi, nella competitività delle aziende nazionali ed in mercati promettenti come quello delle rinnovabili: ce lo chiede anche l’Europa“.

Va ricordato che le modifiche richieste dalle Regioni riguardano il rinvio dell’entrata in vigore del decreto al 1° ottobre 2012, la deroga per gli impianti degli edifici pubblici, l’innalzamento della soglia di potenza degli impianti per l’iscrizione al registro al di sopra dei 100 kW, l’aumento del plafond di spesa dai 500 milioni annui sanciti dalla bozza fino a 749 milioni di euro e il ripristino del premio Made in Europe e del bonus per la sostituzione delle coperture in amianto.

Francesca Mancuso

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