Fotovoltaico dimezzato. Si attendono due anni difficili. Colpa delle incertezze e del Quinto conto energia

Mentre nel mondo si attende un'impennata nel fatturato del settore fotovoltaico, l'Italia perde terreno

Il Quinto conto energia non è stato ancora definitivamente approvato, ma le sue conseguenze sono già state valutate. Secondo un’analisi AT Kearney presentata in anteprima sul Rapporto24 Sviluppo sostenibile in edicola con Il Sole 24 Ore di oggi, per l’anno appena trascorso il fatturato del solare in Italia è stimato attorno agli 11 miliardi di euro, dimezzato o quasi rispetto ai 21 miliardi del 2010. E il Quinto conto energia non farà che aggravare tale situazione.

Non è una gran bella cosa. Uno dei settori più attivi e in via di sviluppo, in barba alla crisi, è stato proprio quello del fotovoltaico, favorito in passato dai precendenti sistemi incentivanti, il cui sostegno però è andato a decrescere. Già il Quarto conto energia aveva posto dei paletti rispetto al precedente, e adesso il Quinto, di cui si parlerà domani durante gli Stati Generale delle Rinnovabili a Verona, al Solarexpo, e giovedì nel corso dell’attesa Conferenza unificata Stato-Regioni.

Un vero e proprio crollo – ha detto Marco Andreassi, managing partner di At Kearney Italia – che non si arresterà neanche nel 2013. La ripresa potrebbe arrivare dal 2014, quando il fotovoltaico raggiungerà la competitività industriale, non assistita, per la generazione di energia nelle ore di picco“.

Per quest’anno e per il prossimo, il fotovoltaico soffrirà. Si attendono due anni molto difficili per la produzione di energia elettrica grazie al sole. Secondo il rapporto, dovrebbe andar meglio nel 2014, quando l’Italia del fotovoltaico dovrebbe raggiungere la grid parity e non dovremmo più avere la necessità di nuovi incentivi pubblici.

Siamo infatti vicino al raggiungimento della competitività dell’elettricità prodotta dal solare rispetto a quella tradizionale. A tal proposito, Vittorio Chiesa, direttore Energy&Strategy group del Politecnico di Milano, invistato sul Rapporto24 del Sole 24 Ore, ha spiegato: “Esistono impianti residenziali con un prezzo medio sotto i 3mila euro al kW, Iva compresa, in Calabria, Sicilia e Sardegna che hanno già raggiunto la grid parity. Il percorso verso la parità del costo dell’energia con le fonti tradizionali è dovuto soprattutto al calo dei prezzi (oltre -40% nel caso dei moduli classici solo nel 2011). Per le taglie di impianti tra 200 e 400 KW è probabile che il punto di equilibrio verrà raggiunto a fine 2014, quando verosimilmente non ci saranno più incentivi nuovi”.

Ma tale tendenza negativa è del tutto opposta nel resto del mondo. Secondo Reinhold Buttgereit, Segretario Generale dell’EPIA, l’European Photovoltaic Industry Association, nel corso dei prossimi 5 anni nel mondo l’uso di energia solare e fotovoltaica potrebbe crescere dal 200 al 400%. Dove? Soprattutto in Asia e negli altri mercati emergenti, che supereranno l’Europa. Spiega Buttgereit: “La crescita dipenderà dai politici, non è solo questione di soldi, si tratta anche di riduzione della burocrazia e del varo di politiche che favoriscano la cultura del solare”.

Per quest’anno, secondo il rapporto EPIA presentato oggi a Verona, è previsto un aumento della capacità mondiale totale di fotovoltaico tra i 90 e i 110 GW con in testa la Germania, il più grande mercato del fotovoltaico al mondo. A seguire Cina, Stati Uniti e Giappone. Ma l’Italia, che nel 2011 ha avuto il primato per il mercato con la massima espansione, quest’anno ha mostrato invece un rallentamento. Quali saranno le sorti del fotovoltaico italiano per il prossimo futuro?

Francesca Mancuso

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