Quarto Conto energia: slitta ancora la firma del decreto attuativo sugli incentivi al fotovoltaico

Al contrario di quanto annunciato, il decreto attuativo sul Quarto Conto Energia che regolerà i prossimi incentivi al fotovoltaico non è stato ancora firmato a causa di dissidi interni allo stesso Governo: il Ministro dell' Ambiente Stefania Prestigiacomo ed il Ministro alle Attività produttive, Paolo Romani, infatti, hanno opinioni diverse sul momento in cui dovrebbero essere erogati gli incentivi ai proprietari degli impianti fotovoltaici: se al momento della conclusione dei lavori, come sostenuto dalla Prestigiacomo per dare certezza a incentivi e investimenti, o se al momento dell'effettivo allaccio alla rete elettrica, come sostenuto dal Ministro Romani, anche per evitare possibili speculazioni.

Al contrario di quanto annunciato, il decreto attuativo sul Quarto Conto Energia che regolerà i prossimi incentivi al fotovoltaico non è stato ancora firmato a causa di dissidi interni allo stesso Governo: il Ministro dell’ Ambiente Stefania Prestigiacomo ed il Ministro alle Attività produttive, Paolo Romani, infatti, hanno opinioni diverse sul momento in cui dovrebbero essere erogati gli incentivi ai proprietari degli impianti fotovoltaici: se al momento della conclusione dei lavori, come sostenuto dalla Prestigiacomo per dare certezza a incentivi e investimenti, o se al momento dell’effettivo allaccio alla rete elettrica, come sostenuto dal Ministro Romani, anche per evitare possibili speculazioni.

Romani, infatti, teme che una volta ricevuti gli incentivi, i proprietari degli impianti fotovoltaici non abbiano più interesse a collegare gli impianti alla rete e produrre energia elettrica, trovando il modo per eludere la normativa. E in bolletta gli utenti troverebbero degli aggravi senza benefici reali.

Il decreto sul Quarto Conto Energia, dunque, dovrebbe essere firmato, dissidi permettendo, nel Consiglio dei Ministri di domani. E sulla nuova situazione di stallo, dopo gli interventi delle associazioni del settore, si registrano adesso le prese di posizione delle associazioni ambientaliste: secondo Legambiente il Ministro Romani deve assolutamente firmare il decreto per far ripartire il solare. “Il governo non uccida le rinnovabili e ridia certezza agli investitori sbloccando subito gli incentivi“. Così Legambiente si esprime a due giorni dall’apertura, a Verona, del Solarexpo, la fiera internazionale sulle energie pulite.

Mercoledì apre il Solarexpo alla presenza annunciata del ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani – dice il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – e ancora non si ha nessuna certezza sul futuro del solare in Italia. È proprio giunto il momento che Romani firmi il decreto sul quarto conto energia e fissi le modalità di erogazione dei contributi al fotovoltaico, accogliendo le proposte formulate dalla conferenza Stato Regioni e dal ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo”.

Anche il WWF interviene nella questione, prendendo posizione a favore della tesi del Minstro Prestigiacomo, la cui proposta metterebbe al riparo gli investitori da possibili ritardi nell’allaccio dipendente dai gestori della rete elettrica. “Il ministro Prestigiacomo ha ragione“, dicono dal WWF, “mentre il ministro Romani dovrebbe rispondere come intenda sostenere in Italia la crescita delle energie rinnovabili, che si e’ sviluppata solo negli ultimi anni e che ha mostrato come anche nel nostro Paese si possono raggiungere risultati importanti con livelli occupazionali di prim’ordine, soprattutto nel campo del solare”.
L’Italia ha potenzialita’ ben maggiori della Germania“- proseguono i rappresentanti del WWF, “ dove l’intero comparto delle energie rinnovabili dà lavoro ad oltre 300mila persone. Nel nostro Paese invece i tentennamenti del Governo e il prospettato taglio degli incentivi mettono a rischio aziende ed occupazione per circa 120mila lavoratori. In questo quadro, il ministro Prestigiacomo ha posto un problema di semplificazione burocratica: far partire gli incentivi nel momento in cui l’operatore autocertifica la fine dei lavori dell’impianto fotovoltaico, anche perche’ se tale operazione dovesse risultare falsa l’operatore e’ perseguibile per legge”.

La posizione del ministro Romani, invece, che vorrebbe l’erogazione degli incentivi sulla base di una dichiarazione dell’Enel che attesti l’allaccio in rete dell’impianto realizzato, risulta problematica sotto due profili: il primo relativo ai tempi, certamente allungati; il secondo relativo al tipo di impianti a cui gli incentivi dovrebbero essere garantiti poiche’ e’ evidente che verrebbero privilegiati quelli di carattere industriale legati ai grandi gruppi” conclude l’associazione, secondo la quale “la ratio delle energie rinnovabili sta proprio nell’ampia diffusione dei piccoli e medi impianti che in parte siano idonei ad assorbire con l’autoproduzione consumi gia’ esistenti. Ci auguriamo che l’Enel”, afferma il Wwf che “non ha condiviso la posizione del ministro Prestigiacomo sul nucleare ma sulle energie rinnovabili ci auguriamo mantenga una posizione coerente con il ruolo di Ministro dell’Ambiente e con la necessita’ di promuovere l’unica vera risposta al cambiamento climatico e alle esigenze di sicurezza energetica”.

Puntare sulle rinnovabili oggi e’ indispensabile per il futuro del Paese, – conclude la nota del Wwf – vanno abbandonati i trucchi e i tecnicismi giuridici che vorrebbero semplicemente rimandare il ritorno al nucleare, preferendo cosi’ all’innovazione la riesumazione dell’archeologia energetica.

Molto deluse per l’ennesima promessa non mantenuta del Governo rispetto alla scadenza del 30 aprile e lo slittamento della firma del decreto attuativo anche le 216 aziende Rives, Rete Imprese Venete per il Solare che domani, per mezzo del suo portavoce Domenico Sartore, all’interno dell’Italian PV Summit, in corso al Palazzo della Gran Guardia a Verona, evidenzieranno le problematiche causate al settore dal quadro politico italiano e illustreranno “l’esperienza di aggregazione d’impresa nel fotovoltaico quale forma di strategia per l’industria italiana del settore, in un mercato globalizzato e dominato da fattori di scala”.

«Senza certezza negli investimenti non si va da nessuna parte e ogni giorno che passa – affermano i portavoce di Rives Domenico Sartore e Carlo Cotogni – crea ulteriori disagi. Ormai alle nostre aziende rimangono meno di 30 giorni di prospettiva lavorativa e occupazionale. Chiediamo, quindi, venga ascoltata la voce delle Regioni, che trasversalmente la scorsa settimana hanno fatto proprie le modifiche migliorative del decreto proposte da Rives e dalle altre associazioni del settore. Chiediamo, in particolare, venga rivista la decisione di legare l’assegnazione della tariffa incentivante all’entrata in esercizio degli impianti e non alla fine lavori certificata, con conseguente incertezza e ritardi dovuti ai tempi di connessione».

Aspettiamo di vedere se domani sarà la volta buona per la firma del decreto.

Andrea Marchetti

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