Quarto Conto energia: Romani richiamato all’ordine dalla UE. Urge disciplinare i nuovi incentivi al fotovoltaico

Dopo quella di Assosolare, di Aper, e di tante altre associazioni di fotovoltaico italiane, l'ennesima tirata d'orecchie al Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani è arrivata nientemeno che dal Commissario Europeo per l'Energia Günther Oettinger. In una lettera datata 15 aprile 2011, il politico tedesco ha reso nota la sua preoccupazione riguardo agli effetti di quello che da stampa e addetti ai lavori è stato ribattezzato il “Decreto Ammazza rinnovabili”. Un decreto che, nelle intenzioni di Romani, dovrebbe risolvere il problema degli eccessivi finanziamenti al settore delle rinnovabili, fotovoltaico in primis

Dopo quella di Assosolare, di Aper, e di tante altre associazioni difotovoltaico italiane, l’ennesima tirata d’orecchie al Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani è arrivata nientemeno che dal Commissario Europeo per l’Energia Günther Oettinger. In una lettera datata 15 aprile 2011, il politico tedesco ha reso nota la sua preoccupazione riguardo agli effetti di quello che da stampa e addetti ai lavori è stato ribattezzato il “Decreto Ammazza rinnovabili”. Un decreto che, nelle intenzioni di Romani, dovrebbe risolvere il problema degli eccessivi finanziamenti al settore delle rinnovabili, fotovoltaico in primis.

A questa visione si contrappone quella formulata nella lettera: come indicato nel Piano d’azione nazionale per le energie rinnovabili – scrive Oettingeral fine di perseguire tale obiettivo [quello di raggiungere la quota del 17% dei consumi finali lordi di energia da fonti rinnovabili entro l’armo 2020 – N.d.T] è previsto non solo un consistente aumento della produzione interna ma anche un ricorso a importazioni dall’estero attraverso i meccanismi di cooperazione previsti dalla stessa direttiva [la 2009/28/CE dell’Unione Europea]. Risulta perciò fondamentale che il governo italiano crei quanto prima un quadro intemo d’incentivazione chiaro, stabile e prevedibile per garantire lo sviluppo delle rinnovabili, senza correre il rischio che i necessari investimenti privati siano rimandati e diventino più costosi, ostacolando cosi il raggiungimento del suddetto obiettivo.

Il messaggio è tanto semplice quanto diretto: o l’Italia cambia politica energetica, oppure rischia di non raggiungere entro 9 anni l’obiettivo del 17% di energia da fonti rinnovabili. E per far capire quanto importante sia la questione, Oettinger sventola anche la possibilità di sanzioni legali: le modifiche che alterano il ritorno finanziario dei progetti esistenti rischiano di violare principi generali di diritto nazionale e comunitario, ma soprattutto di compromettere la stabilità degli investimenti nel settore, con possibili ripercussioni sulla ripresa economica. Per poi concludere con toni gentili ma fermi: vorrei pertanto cortesemente invitarLa a intraprendere ogni sforzo per attuare la direttiva 2009/28/CE in maniera stabile e prevedibile e di essere particolarmente cauto nel considerare misure che possano avere ripercussioni sugli investimenti già effettuati.

Chi altro dovrà intervenire, ora, per far capire a Romani e al governo Berlusconi che la strada da percorrere non è quella dell’energia nucleare ma quella delle rinnovabili? In attesa della Conferenza Stato-Regioni fissata per il 20 aprile per discutere la bozza del Quarto Conto Energia, non ci resta che attendere la risposta. Dal Ministro Romani, s’intende.

Roberto Zambon

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