Nucleare: 23 anni fa l’Italia diceva no all’energia atomica. Oggi si mobilita per ribadirlo

Il nucleare non è solo costoso e inutile (soprattutto considerando le opportunità offerte dalle energie alternative rinnovabili) ma mette anche a rischio la sicurezza e la salute dei cittadini, come abbiamo avuto modo di documentare in diverse occasioni. Per ribadire questo concetto, il gruppo di cittadini “Fermiamo il nucleare, non serve all'Italia” ha deciso di farsi sentire, ricordando l’esito del referendum del 1987, in cui gli italiani hanno detto no a questa forma di energia.

Il nucleare non è solo costoso e inutile (soprattutto considerando le opportunità offerte dalle energie alternative rinnovabili) ma mette anche a rischio la sicurezza e la salute dei cittadini, come abbiamo avuto modo di documentare in diverse occasioni. Per ribadire questo concetto, il gruppo di cittadini “Fermiamo il nucleare, non serve all’Italia” ha deciso di farsi sentire, ricordando l’esito del referendum del 1987, in cui gli italiani hanno detto no a questa forma di energia.

Secondo il comitato, oggi l’energia nucleare è ancora più inutile di 23 anni fa e proprio per questo l’Italia deve puntare sull’informazione mirata al risparmio energetico, a stili di vita più responsabili, che mettono al bando sia gli sprechi di energia che i falsi miti sul nucleare.

Con questo intento, il comitato “Fermiamo il nucleare, non serve all’Italia” di cui fanno parte, tra le altre associazioni, Greenpeace, WWF e Legambiente, ha deciso di ribadire il concetto scendendo in piazza a Roma, con l’obiettivo di allargare la mobilitazione con l’iniziativa “Cento Piazze per il Clima”.

Un’occasione per ricordare l’esito del referendum di 23 anni fa, quando l’80,6% dei votanti mise una crocetta sul no alla localizzazione delle centrali nucleari in Italia; il 79,7% optò per il no ai contributi a Regioni e Comuni per la localizzazione delle centrali atomiche e il 71,9% votò contro la partecipazione a progetti di costruzione di centrali elettronucleari all’estero.

Oggi – come ricorda il comitato – il governo sta sfaldando progressivamente l’esito del referendum popolare con iniziative e programmi che puntano al rientro del nucleare nel nostro Paese; una situazione che genera preoccupazione, perché il nucleare è pericoloso ancora oggi e le innovazioni tecnologiche non garantiscono la sicurezza delle centrali.

Inoltre, l’energia nucleare ha bisogno di uranio, risorsa destinata all’esaurimento nel giro di pochi anni e presenta costi di realizzazione e manutenzione altissimi.

Infine le scorie: dove andranno a finire? E chi garantisce che queste non vadano ad inquinare acqua e terreni? E allora per ribadire il no al nucleare questo week end tutti in piazza!

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