Economia della condivisione: le sfide del presente (e del futuro) al centro dei Colloqui di Dobbiaco 2017

Torna dal 29 settembre al primo ottobre nel centro dell'Alta Pusteria lo storico laboratorio di idee per una conversione ecologica

Torna dal 29 settembre al primo ottobre nel centro dell’Alta Pusteria lo storico laboratorio di idee per una conversione ecologica

Tra i vari incontri, si parlerà del progetto Last Minute sotto casa con il suo ideatore Francesco Ardito, e di equità e sharing economy con Isabella Mader, Simon Schumich e Andrea di Stefano.

Condividere, scambiare, usare in comune: nella Sharing Economy stanno emergendo i contorni di forme di economia e di vita che vanno oltre il mercato. Ma in che modo le tecnologie digitali stanno contribuendo allo sviluppo sostenibile e, più in generale, a una società capace di futuro? Se ne parla ai Colloqui di Dobbiaco, laboratorio d’idee per una svolta ecologica che torna dal 29 settembre all’1 ottobre nella cittadina altoatesina (per informazioni sul programma iscrizioni, clicca qui), e con l’orientamento di pragmatismo utopico che contraddistingue la manifestazione sin dagli esordi del 1985, ancora prima di ascoltare e discutere le analisi teoriche saranno presentate soluzioni concrete per ragionare di sharing economy da una prospettiva “laica”, partendo dagli esempi più innovativi di “economia 4.0”, repair café, food sharing, car sharing, couchsurfing.

Quanto è equa la sharing economy?

Ai Colloqui di Dobbiaco di quest’anno attenzione anche al territorio sudtirolese: ai Colloqui di Dobbiaco verrà presentato uno studio dell’Istituto Superiore Economia e Commercio di San Candido 2017, che analizza come la digitalizzazione può contribuire alla crescita dell’Alta Pusteria e, con Stefanie Waldner, si parlerà di Airbnb e turismo alpino. Ci si chiederà poi “Quanto è equa la sharing economy?” con Isabella Mader, Simon Schumich e Andrea di Stefano, esperto di finanza etica ed economia sociale e direttore del mensile Valori.

Con Silke Helfrich si parlerà del mondo dei Commons, mentre con Davide Pellegrini si rifletterà sull’impatto dei big data e delle piattaforme di collaborazione. “È un tema in continua evoluzione – sottolinea quest’ultimo, presidente dell’associazione italiana Sharing Economy– e che in generale viene ancora affrontato prevalentemente da due punti di vista.

Da un lato, come un processo economico che tocca aspetti politici: da qui il tentativo di normare e regolamentare le piattaforme di sharing, per farle rientrare nel mondo già conosciuto dell’e-commerce tradizionale. Dall’altro, come una straordinaria opportunità per l’economia sociale e collaborativa”.

Una sorta di adeguamento della “vecchia” economia sociale reso possibile dai nuovi strumenti di condivisione e partecipazione, sempre più diffusi grazie a internet e alla tecnologia digitale. Dall’analisi dei media e delle discussioni nel mondo dei social network, però, in Italia il racconto che l’opinione pubblica ha della sharing economy è ancora fortemente “caratterizzato in generale da un’estetica negativa, in cui è forte il catastrofismo di chi – prosegue Pellegrini – vede le realtà economiche che operano in questo ambito come delle macchine di sfruttamento e di controllo”.

Nonostante le positive potenzialità , infatti, non bisogna sottovalutare il pericolo della diffusione di nuove forme di sfruttamento sui lavoratori. Minacce concrete che, secondo Isabella Mader, presidente dell’Excellence Institute di Vienna e ospite dei Colloqui di Dobbiaco domenica 1 ottobre, “richiedono come risposta un nuovo contratto sociale.

Il rischio è che le conquiste dello stato sociale come l’assicurazione sanitaria e la previdenza sociale finiscano sempre più a carico degli auto-impiegati, che non solo guadagnano meno che in passato ma devono anche mantenere i propri mezzi di produzione. Accade così ad esempio per gli autisti di Uber, che devono pagare, mantenere e assicurare l’auto con cui lavorano”.

Il progetto Last Minute Sotto Casa

Tra i vari casi di studio, nella 3 giorni di Dobbiaco si parlerà poi anche del progetto Last Minute sotto casa, una app che permette ai negozianti di mettere in vendita a prezzi ribassati la loro merce fresca, che rischia di avanzare, e alle persone di venirle a comprare, con il suo ideatore Francesco Ardito. “I negozianti iscritti al nostro servizio – spiega Ardito, per anni consulente e sviluppatore di software per aziende in giro per il mondo – inseriscono nel nostro portale i prodotti in scadenza, che rischiano quindi di finire nella spazzatura, e i clienti, che hanno selezionato quella specifica zona sui loro profili, ricevono la notifica”.

In questi 3 anni – un tempo breve per l’industria tradizionale ma un traguardo importante per le imprese nate e cresciute sul web – il progetto Last Minute Sotto Casa è cresciuto, grazie anche ai premi conquistati in giro per il mondo (che hanno portato in cassa risorse nell’ordine dei 250 mila euro), e guarda al futuro con una serie di novità, per allargare il modello al di là del piccolo distributore. “I successi di questi anni – spiega – ci hanno permesso di continuare a lasciare il servizio gratuito per tutti, per vedere la risposta del pubblico e del mercato e studiare con maggiore serenità le sue possibili evoluzioni.

Da sei mesi a questa parte abbiamo introdotto una piccola fee per i commercianti (29 euro al mese per il pacchetto completo di servizi ndr), mentre per il consumatore finale il servizio continua ad essere gratis, e probabilmente lo resterà”.

Per informazioni e iscrizioni, clicca qui!

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