Cinemambiente 2012: pronti a vedere oltre 100 film

A dispetto dei finanziamenti alla cultura che diminuiscono, il Festival Cinemambiente cresce e inaugura tra qualche giorno nella solita cornice del Cinema Massimo di Torino. Lo prendiamo come un ottimo segnale. Per due motivi: il festival è riuscito ad attrarre a sé una costellazione di realtà locali con cui condivide valori e obiettivi e che compensa con servizi e talora denaro alle mancanze delle istituzioni (dei 320mila euro di budget oltre la metà provengono da sponsor); dall'altro lato, negli anni ha fatto germogliare altre numerose rassegne in tutta Italia che da qui attingono titoli, consulenza e un'esperienza più che decennale.

A dispetto dei finanziamenti alla cultura che diminuiscono, il cresce e inaugura tra qualche giorno nella solita cornice del Cinema Massimo di Torino. Lo prendiamo come un ottimo segnale. Per due motivi: il festival è riuscito ad attrarre a sé una costellazione di realtà locali con cui condivide valori e obiettivi e che compensa con servizi e talora denaro alle mancanze delle istituzioni (dei 320mila euro di budget oltre la metà provengono da sponsor); dall’altro lato, negli anni ha fatto germogliare altre numerose rassegne in tutta Italia che da qui attingono titoli, consulenza e un’esperienza più che decennale.

Cinemambiente 2012 giunge alla quindicesima edizione e a sentirne parlare, ieri nel corso della Conferenza Stampa che si è svolta negli antri bui del Museo del Cinema, sembrerebbe che goda proprio di ottima salute. Alla sua guida si mantiene saldo Gaetano Capizzi che commenta serafico “costiamo poco e consumiamo poco“. Anche se, contravvenendo al principio della gratuità che da sempre caratterizzava il festival, quest’anno le proiezioni avranno un biglietto simbolico di 3 euro.

Si inaugura il 31 maggio con il film Chasing Ice di Jeff Orlowsky già vincitore di Excellence in Cinematography Award al Sundance Film Festival 2012 e in odore di Oscar per il prossimo anno. Una pellicola con la quale il regista documenta il coraggioso progetto fotografico di James Balog, fotografo del National Geographic che è riuscito, con un sistema sperimentale di sua invenzione, a riprendere il ghiaccio del Polo Nord a distanza di tempo, raccogliendo così immagini che testimoniano in modo incontrovertibile il fatto che i ghiacci perenni stanno diminuendo di volume.

La rassegna chiude il 5 giugno, Giornata Mondiale dell’Ambiente indetta dall’ONU con la proiezione in anteprima di La vita degli oceani dagli stessi autori di “Il popolo migratore” che invece mostreranno le meraviglie degli oceani, aiutati da una voce narrante che in Italia sarà interpretata da Neri Marcoré. Sarà trasmesso in contemporanea a Torino e in altri 13 sale in tutta Italia.

In mezzo, oltre cento titoli suddivisi nelle categorie: cortometraggi, lungometraggi e medio metraggi di provenienza internazionale e italiana. A questa selezione si è aggiunta anche la finestra Panorama attraverso la quale portare alla ribalta film che affrontano temi tangenti l’ambiente come l’alimentazione, l’analisi della crisi e dell’attuale modello economico e gli stili di vita sostenibili.

È finito il tempo dei film ambientalisti dai toni un po’ terroristici che per anni ci hanno avvertito delle conseguenze delle nostre azioni – dice Francesco Giai Via, responsabile della Programmazione – Le storie ora riflettono l’azione di quei milioni di uomini e donne che si prendono sulle spalle la necessità del cambiamento“.

cinemambiente 2012

In questa direzione vanno Surviving Progress di cui produttore esecutivo è Martin Scorsese: una pellicola in cui economisti, scrittori e scienziati si interrogano sul concetto di progresso. In The New World si racconta invece l’esperienza di un gruppo di giovani estoni che cerca di riorganizzare il proprio quartiere sulle basi di un nuovo paradigma. Just do it esplora invece il mondo dei climat camp, i campeggi villaggio sempre più diffusi in giro per l’Europa.

Sul fronte italiano i documentari che denunciano i crimini commessi contro l’ambiente sfidano quelli che vedono come protagoniste le piccole storie di rinascita. Da un lato Ciar cumè l’acqua del Lamber porta alla ribalta le dinamiche dell’incidente che nel 2010 inquinò tragicamente il fiume, dall’altra Ortobello racconta la singolare esperienza della Casa del Gufo di Roma e di un indetto corso di bellezza indetto tra gli orti urbani.

Nella sezione Panorama spiccano invece Payback, film tratto dal libro Dare e avere – il debito e il lato oscuro della ricchezza di Margareth Atwood che analizza il significato sociale oltre che economico della parola “debito” e We’re not Broke che invece mette il naso nelle grandi corporation tra cui anche le più note Google e Facebook per far capire come mai, in una condizione di crisi mondiale, esse continuino a prosperare.

Attorno all’evento, crescono le attività collaterali: gli incontri con i registi, le eco letture, il BikePride e il Parking Day. Sintomo della capacità del festival di farsi polo di attrazione per numerose attività che sulla diffusione di una nuova sensibilità culturale sono cresciute. Non a caso, proprio in questo periodo la città di Torino ha deciso di pianificare un più ampio calendario di eventi intitolato Città visibili e dedicato a coinvolgere la cittadinanza attorno ai temi delle smart city e a sviluppare un dibattito urbano su un nuovo modello di sviluppo che proprio a partire dalle città dovrà essere definito.

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