Climate Impact Day: tutto il mondo “unisce i punti” per il clima

E' stata celebrata in tutto il mondo con colorati e fantasiosi presidi. Anche in Italia. È il "Climate Impacts Day", la giornata di mobilitazione mondiale promossa dall'Ong americana 350.org di Bill McKibben, che ha avuto luogo in contemporanea in tutti e cinque i continenti, per sensibilizzare i cittadini e le istituzioni sull'emergenza climatica.

È stata celebrata in tutto il mondo con colorati e fantasiosi presidi. Anche in Italia. È il “Climate Impacts Day“, la giornata di mobilitazione mondiale promossa dall’Ong americana 350.org di Bill McKibben, che ha avuto luogo in contemporanea in tutti e cinque i continenti, per sensibilizzare i cittadini e le istituzioni sull’emergenza climatica.

Arrivano, così, da oltre 100 Paesi, tante fotografie e video a testimoniare e ricordare che c’è un collegamento tra i cambiamenti climatici e gli eventi meteorologici estremi. Il Climate Impacts Day – Connect the dots è proprio questo: l’occasione per “unire i punti” e mostrare al mondo quello che sta accadendo al nostro clima e dove stiamo andando.

L’alluvione di Genova a novembre 2011 , le ondate di calore da record in Russia, gli incendi in Australia, le alluvioni in Thailandia sono eventi climatici estremi connessi tra loro: il loro comune denominatore è la CO2. Perché il cambiamento climatico non è un problema futuro. Sta accadendo proprio ora e sta già devastando le comunità di tutto il mondo.

Abbiamo appena celebrato la Giornata della Terra. Il 5 maggio può essere definito più come la Giornata della Terra Devastata, testimone mondiale della distruzione che il riscaldamento globale sta già causando –ha detto Bill McKibben, il fondatore di 350.org, l’associazione americana che porta il nome della concentrazione di CO2, in particelle per milioni, che gli scienziati considerano essere il limite massimo per evitare rischi importanti per l’uomo – e le persone in tutto il mondo stanno dicendo la stessa cosa: la nostra tragedia non è una catastrofe isolata, ma è parte di uno schema“.

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Questo dicono i vigili del fuoco del New Mexico, che si sono fatti fotografare sopra i resti della foresta di Santa, di cui centinaia di ettari sono andati bruciati la scorsa estate, le donne del Pakistan colpite dalle tremende alluvioni, che hanno ucciso 1.600 persone e lasciato senza casa altri 2 milioni, o i mille studenti libanesi che hanno formato una bicicletta “umana” per ricordare l’importanza della mobilità sostenibile. Tutti vogliono ricordare di “unire i punti”, di collegare i singoli episodi legati al riscaldamento globale, per avere una mappa completa e dettagliata del problema.

Quanto al Bel Paese, così come era successo nel 2011 con il Moving Planet del 24 settembre, ha aderito all’iniziativa l’Italian Climate Network , il movimento italiano per il clima, nato come “costola italiana” proprio del network globale 350.org, che si pone l’obiettivo di costruire un movimento esteso e incisivo che possa portare verso una nuova economia basata su una minore produzione di anidride carbonica e altri gas serra, in grado di far fronte ai cambiamenti climatici in corso.

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Flash Mob a Roma

Due i flash mob organizzati lungo lo stivale: uno in Piazza del Duomo a Milano, battezzato da una fitta pioggia e patrocinato dall’Assessorato all’Ambiente del Comune, e un altro in Piazza del Popolo a Roma, che ha ottenuto il patrocinio del Consiglio Regionale della Regione Lazio. In entrambe le città l’evento è culminato con l‘unione dei partecipanti a disegnare un enorme 350, per ricordare, come spiega l’assessore comunale all’Ambiente di Milano, Pierfrancesco Maran, “contrastare i cambiamenti climatici è possibile se scegliamo la strada della sostenibilità e lavoriamo in una logica di rete globale“.

Roberta Ragni

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