In mostra i volti delle donne rinchiuse nei manicomi nel regime fascista (FOTO)

Una suggestiva mostra con i volti di figlie, madri, mogli, spose e amanti ricoverate in manicomio durante il periodo fascista. Fino al 18 novembre, con ingresso libero, la Casa della Memoria e della Storia di Roma ospita “I fiori del male. Donne in manicomio nel regime fascista”.

Una suggestiva mostra con i volti di figlie, madri, mogli, spose e amanti ricoverate in manicomio durante il periodo fascista. Fino al 18 novembre, con ingresso libero, la Casa della Memoria e della Storia di Roma ospita “I fiori del male. Donne in manicomio nel regime fascista”.

E lo fa per restituire umanità e dignità a tutte quelle donne estromesse, recluse e allontanate dalla società. Un racconto struggente documentato da diari, lettere, referti medici che mostrano una mentalità stracolma di pregiudizi e stereotipi.

I referenti fatti durante il regime fascista, sono quelli di medici che rinchiudono in manicomio donne “stravaganti, indocili, impulsive, piacenti”, tanto per fare un esempio.

La mostra, curata da Annacarla Valeriano e Costantino Di Sante, nasce proprio per questo motivo, per ridare un po’ di giustizia a tutte quelle donne che avevano come loro unica colpa, quella di non volersi sottomettere al volere maschile e venivano additate come pazze e quindi, da rinchiudere in manicomio.

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mostra donne in manicomio
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“C’ è sembrato importante raccontare le storie di queste donne a partire dai loro volti, dalle loro espressioni, dai loro sguardi in cui sembrano quasi annullarsi le smemoratezze e le rimozioni che le hanno relegate in una dimensione di silenzio e oblio”, dicono i curatori.

Alle immagini sono state affiancate anche le parole che hanno alimentato storicamente la devianza femminile.

“Il regime fascista ampliò infatti i contorni che circoscrivevano i concetti di emarginazione e di devianza e i manicomi finirono così con l’accentuare la loro dimensione di controllo e di repressione. Il manicomio è stato dunque, da un punto di vista storico, un osservatorio privilegiato attraverso il quale poter recuperare una parte fondamentale della nostra memoria e restituirla alla collettività”, si legge in una nota.

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Le fotografie e i documenti al centro del percorso espositivo provengono in larga parte dall’archivio storico del manicomio Sant’Antonio Abate di Teramo.

Dominella Trunfio

Foto: Casa della Memoria e della Storia di Roma

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