Come comunicare la dieta vegetariana per uscire dalla “nicchia” (#festivalveg2013)

Dieta vegetariana e vegana, da «nicchia» a «mainstrem»? La soluzione è 'comunicare'.

Dieta vegetariana e vegana, da «nicchia» a «mainstrem»? La soluzione è ‘comunicare’. A volte una rivoluzione può nascere semplicemente ribaltando la prospettiva. Domitilla Ferrari, esperta di comunicazione digitale, quarant’anni, vegetariana da quando ne aveva quindici, lo sa bene: «Io non voglio che chiuda il McDonald’s… voglio che apra un McDonald’s vegetariano!». La semplice protesta contro chi è più forte è tipico di un gruppo di minoranza, una nicchia. Ma «se continuiamo a pensarci come una nicchia, non conteremo mai nulla».

Come guidare questa rivoluzione di pensiero? Facendo ciò che l’uomo fa da millenni: comunicando. E oggi al Festival Vegetariano di Gorizia Domitilla Ferrari comunicava insieme a Marco Geronimi Stoll, «pubblicitario disertore» e autore del libro ‘Smarketing’ (edizioni Altraeconomia).

A volte incontrandosi, a volte scontrandosi, i due non hanno potuto evitare di sottolineare come oggi la comunicazione è divenuta fondamentale sia per i produttori, sia per i consumatori di alimenti biologici e vegetariani. I primi senza un’efficace comunicazione non raggiungeranno mai un’ampia fetta di consumatori, che ignorano i benefici del «bio» e del «veg» e continuano a consumare cibo-spazzatura comprato al supermercato o al fast-food; i secondi, oltre ad «intossicarsi» di junk-food, senza comunicazione non potranno mai conoscere gli svariati alimenti che compongono la dieta vegetariana, non sapranno che esistono cooperative agricole che ti spediscono la cassetta piena di freschi alimenti «bio» fino a casa, non potranno rendere maggioranza quella nicchia che è ora l’universo vegetariano.

Comunicare, ma come?

Domitilla Ferrari non ha dubbi: «I social network sono la rete che ci serve per comunicare. L’informazione circola molto meglio che sui giornali e in televisione, anzi: spesso i giornali e la tv prendono le notizie proprio dai social network». La rete forma e informa, ma non aggrega. Per questo Geronimi non dimentica che la comunicazione è soprattutto quella tra persone reali: «Il produttore ha bisogno di conoscere di persona il proprio cliente. E se non potete andare personalmente dal produttore, può andarci un vostro amico, o un amico dell’amico… senza conoscere i propri clienti, il produttore non saprà mai esattamente cosa e quanto è meglio produrre».

Geronimi chiude con un monito: «Qualsiasi sia il settore di produzione, cerchiamo il più possibile di fare informazione da soli. Non affidiamoci sempre ai professionisti, perché ci ‘disabilitano’: più loro comunicano per noi, meno noi siamo in grado di comunicare efficacemente. E resteremo sempre una nicchia».

Lorenzo Alberini

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