Luna: come creare elettricità dalle maree grazie a degli aquiloni subacquei

La luna potrebbe essere nel prossimo futuro una fonte di energia rinnovabile. La compagnia svedese Minesto ha sviluppato una tecnologia che trasforma in elettricità l'energia delle maree (dovute alla Luna), ma forse è meglio che il nostro satellite ci aiuti a distanza perché le polveri lunari sono potenzialmente tossiche per noi, anche bardati di tuta spaziale per respirare

La luna potrebbe essere nel prossimo futuro una fonte di energia rinnovabile. La compagnia svedese Minesto ha sviluppato una tecnologia che trasforma in elettricità l’energia delle maree (dovute alla Luna), ma forse è meglio che il nostro satellite ci aiuti a distanza, perché le polveri lunari sono potenzialmente tossiche per noi, anche bardati di tuta spaziale per respirare.

Energia rinnovabile dalla Luna

Tutti i corpi si attraggono, anche nello spazio, con una forza, detta attrazione gravitazionale, che è tanto maggiore quanto più i corpi sono vicini e di grande massa. Per questo la Luna (e in parte il Sole) generano le maree sul nostro pianeta.

Infatti l’attrazione gravitazionale che questi astri esercitano sulla Terra fa “alzare” il livello del mare, “abbassandolo” nella parte diametralmente opposta, con oscillazioni dette appunto alta e bassa marea, dovute alla reciproca posizione Luna-Terra e Sole-Terra. La forza si esercita anche sulle zone solide (il terreno), ma il liquido è più soggetto a deformazione, ed è per questo che lì l’effetto è più evidente.

Ed è la Luna la maggiore responsabile perché il Sole, anche se più grande, dista dalla Terra 400 volte più della Luna, con la conseguenza che il nostro satellite farà sentire la sua influenza 2,2 volte di più. La distanza infatti gioca un peso maggiore perché nella legge della forza gravitazionale la distanza, a differenza della massa, compare al quadrato.

Le maree provocano uno spostamento di massa liquida e questa è energia (rinnovabile) a tutti gli effetti. E questo è noto da tempo, tanto che la Commissione Europea ha dedicato una strategia di approvvigionamento energetico proprio a partire da questa fonte.

In questo contesto la tecnologia di Minesto, chiamata Deep Green, appare potenzialmente rivoluzionaria: la compagnia, fondata nel 2007 come spin-off dell’azienda aerospaziale svedese Saab, ha infatti ideato un “set di aquiloni” che si muovono nell’oceano grazie alle correnti sottomarine generate dalle maree e che con il loro moto alimentano una turbina elettrica.

Geniale? Sicuramente qualcosa che prima non esisteva, che somiglia nei principi alla tecnologia Kitegen, con la quale si produce energia dal vento ad alta quota. Ma che la supera nettamente e che sembra superare anche altre tecnologie che tentano di sfruttare l’energia delle maree.

Il dispositivo, promettono gli inventori, è in grado infatti di ricavare energia anche da correnti molto basse, che sono veramente ovunque. Se questo fosse confermato, il guadagno energetico si alzerebbe molto perché a parità di costi di produzione si avrebbero ricavi praticamente dappertutto. I primi prototipi sono stati messi in funzione già nel 2009 con buoni risultati. Staremo a vedere.

Il lato tossico della Luna

luna tossica

Foto: Esa

La Luna potrebbe quindi aiutarci ad abbandonare il petrolio e quindi a rendere il nostro pianeta più pulito e vivibile. Ma, stando a quanto sostenuto dagli scienziati, è meglio che lo faccia “da lontano”. Le polveri “offerte” dal nostro satellite potrebbero infatti essere molto tossiche per gli esseri terrestri e quindi la colonizzazione del nostro satellite, a prescindere dalla carenza di ossigeno, potrebbe comunque essere impossibile.

Quando gli astronauti dell’Apollo tornarono dalla Luna, riferisce infatti l’Esa, la polvere rimasta attaccata alle loro tute spaziali provocò dolore alla gola e lacrimazione agli occhi, poichè costituita da particelle aguzze, abrasive e potenzialmente tossiche.

Analisi precise ancora non ci sono, in realtà, ma si sa che contiene silicato, presente spesso sui corpi planetari con attività vulcanica. Ed è altrettanto noto che i minatori sulla Terra soffrono di infiammazioni polmonari dovute proprio all’inalazione di questa famiglia di composti chimici.

Le osservazioni condotte durante le missioni Apollo hanno evidenziato che sulla Luna tale polvere è così abrasiva da distruggere strati di stivali da tuta spaziale nonchè le chiusure ermetiche dei contenitori di campioni raccolti durante le spedizioni. Più che abrasiva in effetti, sembra essere tagliente come il vetro.

E c’è un altro fattore in gioco: la bassa gravità della Luna, un sesto di quella terrestre, consente alle particelle di massa inferiore di rimanere sospese più a lungo e quindi di penetrare più profondamente nel polmone. Gli esperti riferiscono a questo proposito che le particelle 50 volte più piccole di un capello umano possono restare in giro per mesi nei polmoni, e maggiore è il tempo di permanenza nei polmoni, maggiore è la possibilità di effetti tossici.

Conclusione: la Luna può essere un’incredibile risorsa, ma a distanza.

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Roberta De Carolis

Foto di copertina: Minesto

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