Illuminazione “naturale” dai batteri “fluorescenti” (video)

Una delle più recenti scoperte sul fronte dell’ingegneria e delle biotecnologie è legata a fonti luminose finora davvero impensabili. Si tratta dei batteri. Un gruppo di ricercatori dell’Università della California, con sede a San Diego, è infatti riuscito a mettere a punto un innovativo sistema luminoso che si trova in bilico tra l’essere considerato un’opera di bioingegneria, destinata potenzialmente a rivoluzionare gli strumenti di lavoro a disposizione della scienza, ed un capolavoro dall’inconsueto valore artistico.

Una delle più recenti scoperte sul fronte dell’ingegneria e delle biotecnologie è legata a fonti luminose finora davvero impensabili. Si tratta dei batteri. Un gruppo di ricercatori dell’Università della California, con sede a San Diego, è infatti riuscito a mettere a punto un innovativo sistema luminoso che si trova in bilico tra l’essere considerato un’opera di bioingegneria, destinata potenzialmente a rivoluzionare gli strumenti di lavoro a disposizione della scienza, ed un capolavoro dall’inconsueto valore artistico.

La notizia è stata resa ufficiale attraverso uno studio pubblicato sulle pagine della rivista scientifica internazionale Nature. Gli esperti si sono rivelati in grado di mettere a punto un sistema di illuminazione basato sull’utilizzo di batteri fluorescenti del tipo Escherichia Coli, opportunamente modificati in modo che risultassero in grado di emanare luce ad intermittenza.

I ricercatori hanno modificato alcune colonie di batteri in modo che fossero in grado di produrre una proteina fluorescente e le hanno in seguito inserite all’interno di biopixel, sfruttando la capacità di tali microrganismi di iniziare ad emanare luce all’unisono e di spegnersi contemporaneamente.

Il fatto che i batteri in questione siano in grado di coordinare i loro comportamenti ha spinto gli studiosi ad inoltrarsi verso nuove possibili applicazioni della loro scoperta, che vedono il coinvolgimento di simili microrganismi opportunamente modificati al fine di realizzare strumenti sperimentali per il rilevamento dell’eventuale presenza di arsenico nell’acqua.

A parere degli esperti, ulteriori progressi nel campo della bioingegneria potrebbero portare alla costruzione di sistemi a basso costo dotati di biosensori in grado di rintracciare agenti patogeni o metalli pesanti ovunque ne si sospetti una concentrazione pericolosamente elevata.

Il progresso scientifico pare così orientarsi verso la ricerca di fonti alternative che permettano di evitare lo sfruttamento delle sempre più impoverite risorse presenti sul nostro pianeta. Negli ultimi anni i batteri sono stati oggetto di timori legati alle contaminazioni ed alle intossicazioni alimentari, ma anche di studi legati a quegli effetti benefici di cui tali microrganismi si sono resi responsabili nel corso del tempo a nostra completa insaputa, tra cui la capacità di degradare lo smog. Un ulteriore punto a favore di ciò che è invisibile ad occhio nudo, di cui spesso proprio per questo abbiamo timore, ma che potrebbe costituire in futuro una svolta per le nostre esistenze.

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