Solare a concentrazione: nel deserto del Kalahari l’impianto fotovoltaico da record più efficiente del mondo

Non usa acqua per la produzione di energia elettrica, non consuma suolo, ha una ridotta manutenzione ma un'alta affidabilità. Potrebbe essere il sistema di energia solare più efficiente del mondo. Stiamo parlando del nuovo impianto solare termodinamico realizzato dalla svedese Ripasso in Sud Africa

Non usa acqua per la produzione di energia elettrica, non consuma suolo, ha una ridotta manutenzione ma un’alta affidabilità. Potrebbe essere il sistema di energia solare più efficiente del mondo. Stiamo parlando del nuovo impianto solare termodinamico realizzato dalla svedese Ripasso in Sud Africa.

Il sistema di solare a concentrazione da record sembra infatti essere in grado di garantire risultati senza precendenti, come sta dimostrando la sperimentazione partita nel deserto del Kalahari, nell’Africa meridionale. L’innovativo sistema di produzione di elettrica è il più efficiente al mondo con un record mondiale di conversione della luce solare in energia elettrica immessa in rete pari al 32%.

A confronto, i pannelli fotovoltaici standard ne producono poco più della metà. Sono infatti in grado di trasformare circa il 23% dell’energia solare che li colpisce in energia elettrica, ma prima che essa venga immessa in rete la percentuale scende al 15%.

Alcuni test indipendenti condotti nel Regno Unito hanno confermato che un unico piatto di Ripasso può generare 75-85 megawatt di elettricità all’anno, abbastanza per alimentare 24 abitazioni. Se si producesse la stessa quantità di energia elettrica col carbone, il rilascio di CO2 nell’atmosfera sarebbe pari a circa 81 tonnellate.

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Il motore Stirling è stato sviluppato dal reverendo Robert Stirling a Edimburgo nel 1816 come alternativa al motore a vapore. Esso utilizza il riscaldamento e raffreddamento di un gas per guidare i pistoni. A causa di alcune limitazioni del materiale, il motore non fu sviluppato commercialmente fino al 1988, quando la difesa svedese ha iniziato a utilizzarlo per i sottomarini. I massicci piatti, invece, hanno un diametro di 12 metri mentre la superficie totale è di 104mq. Essi seguono letteralmente il sole.

Tutta la nostra squadra in Sud Africa è stata assunta a livello locale, e i nostri nuovi sistemi sono stati tutti costruiti con il lavoro locale. Funziona benissimo”, ha detto il CEO Gunnar Larsson.

E pensare che in Italia, dove il termodinamico è nato e si è sviluppato grazie al prezioso lavoro di Carlo Rubbia nei laboratori dell’Enea, non esistono impianti solari termodinamici collegati alla rete e in produzione. L’Anest, associazione nazionale del solare termodinamico, dice che nei prossimi anni gli investimenti si concentreranno in Medio Oriente, nella Penisola Arabica e in gran parte del continente Africano. In buona sostanza, rischiamo di essere esclusi.

Roberta Ragni

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