Grafene: all’Enea si lavora alla plastica del futuro finanziata dall’Ue

Il grafene, la cosiddetta plastica del futuro, è un po' più vicina ad entrare a far parte della vita di tutto giorni. Il materiale più sottile del mondo è stato scelto dall’Unione Europea come Flagship. Letteralmente sarà il “programma portabandiera” della ricerca europea nell’ambito del nuovo programma Horizon 2020, beneficiando di un finanziamento di un miliardo di euro per i prossimi 10 anni

Il grafene, la cosiddetta plastica del futuro, è un po’ più vicina ad entrare a far parte della vita di tutto giorni. Il materiale più sottile del mondo è stato scelto dall’Unione Europea come Flagship. Letteralmente sarà il “programma portabandiera” della ricerca europea nell’ambito del nuovo programma Horizon 2020, beneficiando di un finanziamento di un miliardo di euro per i prossimi 10 anni.

Con le sue numerose applicazioni in vari settori, dall’elettronica al fotovoltaico, dalla sensoristica alla chimica e alla meccanica, il grafene promette di diventare il materiale che rivoluzionerà il futuro, anche grazie alle applicazioni nel settore delle energie pulite. Tutto merito delle sue numerose proprietà, tra cui la resistenza e la flessibilità di utilizzo: è 200 volte più forte dell’acciaio, è un conduttore di elettricità più efficiente del rame ed è anche un eccezionale conduttore di calore.

Ma cos’è il grafene? È un nanomateriale formato da uno strato di atomi di carbonio ed è il più sottile del mondo. Basti pensare che per raggiungere un millimetro di spessore servirebbero 3 milioni di fogli. É quasi del tutto trasparente ma è talmente denso che – opportunamente trattato – non può essere attraversato neanche dall’elio.

Tutte queste caratteristiche non fanno che accrescere le aspettative e l’interesse nei confronti di tale materiale. Gli studi sul grafene, finanziati dall’Europa, saranno condotti nell’ambito di questa iniziativa presso i laboratori dell’Enea dei Centri Ricerca di Casaccia e di Portici, dove sono in corso attività di ricerca dedicate allo sviluppo di metodi di sintesi e di integrazione del grafene in dispositivi di tipo energetico, come le celle solari, e per la salvaguardia dell’ambiente, come i sensori.

Le attività di ricerca che avranno luogo nei laboratori dell’Enea cercheranno di ottenere il massimo rendimento dalle particolari proprietà fisiche e chimiche del grafene applicandole ai nuovi prodotti di mercato.

Curiosità. Oltre ai risvolti “ecologici”, il grafene potrà essere utilizzato anche nell’elettronica flessibile, con la creazione in futuro di smartphone e di dispositivi pieghevoli.

Francesca Mancuso

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