Fusione nucleare: Italia in prima linea con FAST di ENEA

Forte il ruolo dell'Italia all'interno del progetto ITER sulla fusione nucleare. L'Enea, che ci rappresenta, illustra il funzionamento di FAST

Dopo il via libera dato dall’Ue lo scorso 13 dicembre al finanziamento di 1,3 miliardi di euro per l’avvio del progetto ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor) nel biennio 2011-2013, anche l’Italia si fa avanti. Un workshop organizzato dall’Enea a Frascati, oggi e domani, spiegherà lo stato dall’arte della fusione nucleare nel nostro paese.

Ricordiamo che ITER è un’iniziativa che coinvolge vari paesi, tra cui l’Ue, la Cina, il Giappone, la Russia, gli Stati Uniti, la Corea e l’India, già impegnati nella costruzione della prima piattaforma di questo tipo, che potrà aprire la strada in futuro alle centrali elettriche a fusione.

Alla base, infatti, vi è l’obiettivo di valutare le possibili soluzioni tecnologiche necessarie per una futura centrale elettrica a fusione. La piattaforma in costruzione di Iter si trova a Cadarach, in Francia, dove opererà a partire dal 2018 attraverso il dispositivo tokamak ITER. Più piccolo di una centrale (si estenderà per 24 metri in altezza e 30 metri in larghezza), promette di riuscire a produrre energia termica con una potenza massima di 500 MW, in un plasma di fusione toroidale con un volume di 800 m3 contenuto mediante forti campi magnetici.

Forte sarà il ruolo svolto dal nostro paese. Ad illustrarlo sono stati gli scienziati dell’Enea di Frascati, che hanno spiegato il funzionamento dell’esperimento FAST- Fusion Advanced Studies Torus, che verrà realizzato in Italia e che accompagnerà ITER nella sua fase operativa. La macchina Tokamak FAST, proposta dall’associazione ENEA-EURATOM, sarà dunque il fiore all’occhiello del nostro paese nel settore della fusione nucleare.

Secondo quanto spiega l’Enea, “FAST può essere vista come una sorta di galleria del vento per i collaudi aerodinamici” poiché “consentirà di provare materiali avanzati, tecniche innovative e modalità operative prima che queste vengano utilizzate in ITER, che è un esperimento meno flessibile e ha costi operativi maggiori”.

Secondo gli esperti inoltre, grazie a questo esperimento, ITER potrà innanzitutto raggiungere gli obiettivi prefissati più rapidamente e con maggior sicurezza e la comunità scientifica italiana avrà un ruolo di primo piano. In secondo luogo, l’uso di FAST all’interno del progetto ITER potrà avere importanti ricadute economiche sull’industria e la tecnologia italiane.

Sempre più forte è l’interesse verso la fusione nucleare, oggi considerata una delle migliori soluzioni per garantire energia pulita, sicura e inesauribile, senza senza emissioni nocive né di gas serra.

Francesca Mancuso

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