“Io credo nel fotovoltaico”: i cartelloni pubblicitari blasfemi di Firenze

Promuovere il fotovoltaico e le energie alternative è cosa buona e giusta. A volte però, si rischia di scadere nel cattivo gusto se non, come ora sta capitando a Firenze, nella blasfemia, con immagini pubblicitarie che potrebbero offendere i credenti appartenenti alle religioni sfruttate a fini pubblicitari da Helios, azienda del settore fotovoltaico con sede a Grosseto, i cui cartelloni pubblicitari si trovano sotto gli occhi di tutti gli abitanti del capoluogo toscano.

Promuovere il fotovoltaico e le energie alternative è cosa buona e giusta. A volte però, si rischia di scadere nel cattivo gusto se non, come ora sta capitando a Firenze, nella blasfemia, con immagini pubblicitarie che potrebbero offendere i credenti appartenenti alle religioni sfruttate a fini pubblicitari da Helios, azienda del settore fotovoltaico con sede a Grosseto, i cui cartelloni pubblicitari si trovano sotto gli occhi di tutti gli abitanti del capoluogo toscano.

Coloro che si sono occupati di ideare la campagna, non hanno tenuto conto della non eticità del fare leva sul sentimento religioso dei potenziali acquirenti per vendere la propria merce, della quale non discutiamo certamente la qualità, ma riteniamo avrebbe potuto essere promossa in maniera decisamente più sobria e rispettosa. Sui manifesti sono ritratti fedeli di diverso credo, facilmente riconoscibili per il loro atteggiamento e abbigliamento, intendi ad esprimere la propria devozione nei confronti delle nuove energie.

“Io credo nel fotovoltaico” è il motto che accompagna a caratteri cubitali le gigantografie che campeggiano lungo le strade di Firenze. Il Comune vorrebbe agire per poter far rimuovere gli enormi e sgraditi cartelloni pubblicitari, ma pare che al momento abbia le mani legate. Il regolamento comunale, che prevedeva le nuove norme per la pubblicità e che era stato approvato lo scorso anno, si trova al momento sotto sospensione da parte del Tar, a seguito di un intervento delle agenzie pubblicitarie maggiormente interessate, che avevano presentato ricorso al tribunale amministrativo regionale toscano.

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Il regolamento sgradito alle aziende pubblicitarie comprende una clausola etica che costringe le agenzie pubblicitarie a fare una autocertificazione sulla base di protocolli nazionali e internazionali, come ha dichiarato il vicesindaco di Firenze Dario Nardella.

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Tale clausola risulta però al momento inapplicabile, rendendo impossibile l’immediata rimozione dei cartelloni incriminati. Non è la prima volta che un’azienda attiva nel settore del fotovoltaico presenta una campagna pubblicitaria discutibile. Nel 2010 era accaduto per Cauldron, che non si era fatta scrupoli nello sfruttare l’immagine femminile per la promozione dei propri impianti fotovoltaici, dando vita ad una campagna decisamente sessista ed inappropriata.

Marta Albè

Fonte e foto: La Nazione.it

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