Eolico, il 2010 anno nero. Sceso del 25% il numero di impianti istallati

Nonostante il grande successo delle energie rinnovabili nel nostro Paese, soprattutto nel fotovoltaico, trainato da incentivi convenienti che hanno stimolato il mercato, ma anche dalle iniziative locali e dalle piccole e grandi rivoluzioni adottate ogni giorno dai cittadini, il 2010 è stato un anno fortemente negativo per quanto riguarda l’energia eolica, che per la prima volta ha registrato un calo del 25% nelle installazioni degli impianti.

Nonostante il grande successo delle energie rinnovabili nel nostro Paese, soprattutto nel fotovoltaico, trainato da incentivi convenienti che hanno stimolato il mercato, ma anche dalle iniziative locali e dalle piccole e grandi rivoluzioni adottate ogni giorno dai cittadini, il 2010 è stato un anno fortemente negativo per quanto riguarda l’energia eolica, che per la prima volta ha registrato un calo del 25% nelle installazioni degli impianti.

È quanto emerge dal report fornito dall’ANEV (Associazione Nazionale Energia del Vento), che ha lanciato la notizia definendo il trend “molto preoccupante perché riflette un diffuso malessere tra gli operatori, mette a rischio il raggiungimento degli obiettivi comunitari al 2020 e, allo stesso tempo, l’occupazione dei 67.000 addetti nel settore ipotizzati”.

Secondo l’ANEV, il calo delle installazioni sarebbe una conseguenza diretta della normativa che ha tagliato del 40% il valore dei Certificati Verdi e che ha favorito l’esodo degli investitori e dell’intero sistema finanziario, migrati verso altri settori. Ciò ha determinato l’abbandono del comparto dell’eolico, che fino al mese di giugno stava dando ottimi risultati. E la situazione si complica se pensiamo che lo sviluppo dell’eolico è un fattore importante per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Ue, ma – come riferisce l’Anev – “non tutto è perduto, se la normativa verrà rivista a breve: arrivare agli obiettivi “è possibile solo mediante un tempestivo adeguamento della legge che deve coniugare l’esigenza di pervenire alla crescita imposta e accettata della percentuale di contributo delle rinnovabili fino al 17% di energia primaria, con la messa in opera degli strumenti idonei ed efficaci per il raggiungimento di tale obiettivo”.

Al 31 dicembre del 2010, il settore dell’eolico garantisce una potenza cumulativa di 5.979 MWatt e 67.000 addetti al settore, che ora rischiano di contrarsi.

Preoccupato il commento di Greenpeace: “La riduzione del 20% della potenza annua installata rispetto al 2009 è un segnale preoccupante, – ha detto Domenico Belli, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace – segno che gli attacchi concentrici contro la tecnologia eolica iniziano a produrre i loro effetti negativi. In questo modo, l’Italia non riuscirà mai a raggiungere i suoi obiettivi in materia di riduzione delle emissioni. Quando si apprende che in Spagna l’energia eolica ha coperto nel 2010 ben il 16% dei consumi elettrici, si capisce – ha concluso Belli – quanto questo tipo di tecnologia spaventi le grandi industrie dell’energia fossile e la lobby nucleare con tanti amici nel nostro Governo”.

Verdiana Amorosi

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