Fusione fredda: venduto il primo E-cat da 1 MW. Rossi non teme la concorrenza

L'E-Cat, secondo quanto riferisce Rossi, sarebbe stato venduto nel Nord Est degli Stati Uniti. Ma solo pochi fortunati potranno vederlo

E-Cat, chi offre di più? Gli Stati Uniti. Catalizzatore venduto. Fine della storia sui potenziali acquirenti del catalizzatore per la fusione fredda di Andrea Rossi. Si attende solo il completamento delle procedure contrattuali e poi la macchina dei miracoli potrà finalmente finire tra le mani del fortunato acquirente. Privato.

Che gli Stati Uniti fossero vicini all’acquisto del catalizzatore non è una novità dell’ultim’ora. Già da qualche giorno era palese l’interesse del senatore del Massachusetts Bruce Tarr che sul proprio blog aveva detto di essere disponibile alla promozione, allo sviluppo e alla commercializzazione dell’E-Cat.

Da qui alla vendita il passo è stato breve. Ad annunciarlo è stato lo stesso Rossi, rispondendo ad una domanda postagli sul Journal of Nuclear Phisics, da un tale Herb Gills. L’uomo aveva chiesto a Rossi quanto tempo ci sarebbe voluto prima che un catalizzatore da 1 MW fosse stato venduto. E la risposta dell’ingegnere della Brianza non si è fatta attendere: “Oggi abbiamo venduto negli USA l’E-Cat da 1 MW ad un cliente normale. Questa installazione sarà a disposizione per un pubblico qualificato“. Quindi qualcuno avrà presto tra le mani l’E-cat e potrà mostrarlo solo a coloro i quali saranno muniti di una sorta di autorizzazione.

Aspettiamo di avere completato la procedura contrattuale attraverso i nostri avvocati, poi ne daremo comunicazione” ha continuato Rossi. E a quanto pare, stando alle sue parole, l’E-Cat dovrebbe finire nel Nord Est degli Stati Uniti, dove Rossi è stato proprio in questi giorni.

Intanto la curiosità cresce, e forse anche i cloni. Dopo la notizia della copia dell’E-Cat realizzata da un certo Chan, un altro utente del blog, Bob Norman, fa notare a Rossi che ci sono altre proposte simile al suo E-Cat, e forse potenzialmente concorrenti: “Uno scienziato di nome Brian Ahern ha chiesto di brevettare un progetto che sembra interessante. Ecco il link. Pensa che questa sia una possibilità concreta?”

Ma Rossi ancora una volta precisa che il progetto in questione non ha nulla a che vedere col suo lavoro: Se il progetto di questo concorrente funziona davvero (ma io non credo) troveremo un concorrente sul mercato con prodotti reali, come quelli che stiamo producendo, se non funziona, come suppongo, non c’è nulla di cui parlare“.

E c’è anche chi vuole spingerlo a confessare le motivazioni che stanno dietro alla causa E-Cat. Un certo Jobi, che si autoproclama un “uomo d’affari”, gli ha chiesto qual è la sua priorità: “Cambiare il mondo” o “diventare famoso e ricco“? Ma neanche questa provocazione è stata raccolta da Rossi: “Nessuno dei due: voglio che questa tecnologia dia il massimo per l’umanità“. Nobile fine.

Dopo il batti e ribatti con Celani e il premio nobel Brian Josephson su Focus, anche l’Università di Bologna, da qualche giorno sembra tornata ad interessarsi del catalizzatore. Ma occorre che Rossi soddisfi la condizioni essenziale, i 500mila euro previsti inizialmente.

Nuovi test all’orizzonte?

Francesca Mancuso

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