L’Europa esclude il biocarburante da olio di palma dalle fonti rinnovabili. E la Malesia fa causa

Per l'Europa, il biodiesel prodotto con olio di palma non è un biocarburante. Ma la Malesia non ci sta e avvia un reclamo per controversia

Per l’Europa, il biodiesel prodotto con olio di palma non è un biocarburante. Le nuove norme, approvate dall’Unione Europea, hanno escluso il biodiesel dalla lista dei biocarburanti e delle energie rinnovabili. Ma la Malesia, secondo produttore mondiale del discusso grasso vegetale, non ci sta e ha fatto causa all’Europa.

Di recente l’Europa ha rivisto la lista dei biocarburanti. Nell’ambito di tale revisione, il biodiesel prodotto con olio di palma e in generale i biocarburanti derivati ​​dalle colture di palma non sono più considerati una fonte rinnovabile di energia. Così, la Malesia ha deciso di intraprendere un’azione legale sia contro la decisione dell’Ue che contro gli Stati membri Francia e Lituania, ossia i primi paesi ad applicare tali regole.

In particolare, la Malesia ha avviato un reclamo per controversia all’Organizzazione mondiale del Commercio.

“La Malesia sostiene che le misure contestate dell’UE e degli Stati membri dell’UE Francia e Lituania non sono coerenti con l’Accordo dell’OMC sugli ostacoli tecnici al commercio, l’Accordo generale sulle tariffe e il commercio del 1994 e l’Accordo sulle sovvenzioni e le misure compensative” si legge nel comunicato ufficiale dell’Organizzazione.

E non lo ha fatto di certo per amore delle rinnovabili visto che è il secondo più grande produttore di olio di palma al mondo. Secondo le autorità del paese, la nuova direttiva europea è una vera e propria “azione discriminatoria”. Per questo sta cercando aiuto nell’ambito del meccanismo di risoluzione delle controversie dell’Organizzazione mondiale del commercio.

Per il Ministro delle piantagioni e delle materie prime  Mohd Khairuddin Aman Razali l’UE ha proceduto all’attuazione della direttiva senza considerare l’impegno e le opinioni della Malesia, anche dopo che il paese aveva fornito feedback e inviato missioni economiche e tecniche in Europa.

L’accusa mossa all’Europa è che in questo modo

“l’uso dell’olio di palma come biocarburante nell’UE non può essere preso in considerazione nel calcolo degli obiettivi di energia rinnovabile e, a sua volta, creerà indebite restrizioni commerciali per l’industria dell’olio di palma”.

Il ministero della Malesia ha così deciso di presentare una richiesta all’Organizzazione mondiale del commercio chiedendo di intervenire contro la Direttiva europea sulle energie rinnovabili.

E non è il primo paese a farlo. Si tratta della seconda denuncia di controversia riguardante le misure dell’UE relative all’olio di palma. Prima della Malesia, nel 2019 l’Indonesia ha avviato un procedimento di controversia contro le misure dell’UE. Per questo, la Malesia agirà anche come terza parte sostenendo la posizione indonesiana. Il paese è il più grande produttore mondiale di olio di palma.

Cosa succederà?

Spiega l’OMC che la richiesta di consultazioni avvia formalmente una controversia in seno all’Organizzazione. Le consultazioni danno alle parti l’opportunità di discutere la questione e di trovare una soluzione soddisfacente senza procedere oltre con il contenzioso. Dopo 60 giorni, se le consultazioni non riusciranno a risolvere la controversia, la Malesia potrà richiedere l’intervento di una commissione.

Al momento, però, rimane il fatto che il biodiesel da olio di palma non è più nella lista europei delle fonti rinnovabili. E non possiamo che esserne lieti visto che le piantagioni di palma destinate alla produzione di olio sono responsabili della deforestazione in molte zone del mondo.

Per leggere il documento completo del WTO clicca qui

Fonti di riferimento: WTO/OMC, Reuters

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