E-Cat: girano i primi falsi della fusione fredda di Rossi?

E-Cat. La fusione fredda di Andrea Rossi sembra non avere pace. Un utente, Antonio Marchionni, ha dichiarato infatti di aver già acquistato uno degli speciali catalizzatori, che tuttavia non funziona come sperato. Ma Rossi ha subito smentito sostenendo che si tratta sicuramente di una frode


E-Cat. La fusione fredda di Andrea Rossi sembra non avere pace. Sul web circola la notizia che un utente, tal Antonio Marchionni, ha dichiarato di aver già acquistato uno degli speciali catalizzatori, che tuttavia non funziona come sperato. Ma Rossi ha subito smentito sostenendo che si tratta sicuramente di una frode.

Gli E-Cat domestici infatti non sono ancora in vendita. Sebbene di recente la Prometeon, la società che si occuperà della commercializzazione dei dispositivi in Italia abbia fatto annunci importanti, i catalizzatori domestici, destinati al riscaldamento invernale delle abitazioni non sono ancora in commercio, ma spiega la Prometeonin una fase di sviluppo molto avanzata, grazie ad un team di esperti che ci lavora da tempo”. E non vedranno la luce in Europa fino alla primavera del 2015, dopo il rilascio delle certificazioni.

Secondo quanto riportato da Ecatreport.com, potrebbe anche trattersi di una falsa dichiarazione. Marchionni avrebbe dichiarato di aver ricevuto un E-Cat e di averlo provato, scoprendo che era inefficace, non funzionante. Andrea Rossi sul Jonp si è difeso dicendo che c’è stata falsa dichiarazione in merito agli E-Cats domestici: “Attenzione, questa è una frode. Noi non abbiamo venduto E-Cat domestici in nessuna parte del mondo, perché non hanno ancora ottenuto la necessaria certificazione.” Rossi ha inoltre ricordato che non essendoci ancora dispositivi di questo tipo in vendita, non può che trattarsi di una frode, che come tale va segnalata alla Leonardo Corp.

Intanto, sul suo blog Daniele Passerini ha dato qualche anticipazione sul futuro degli E-Cats, dicendo che “i test indipendenti così tanto attesi e rimandati sono ormai pressoché conclusi, che il “setting sperimentale, strumentazioni (National Instruments naturalmente), calibrazioni, procedure, registrazioni ecc. questa volta sono stati ‘a prova di bomba‘”. Il prossimo passo, scrive, è “documentare e comunicare il tutto nei modi standard utilizzati dalla comunità scientifica e i responsabili dei test lo faranno senz’altro nel modo più accurato possibile”.

Francesca Mancuso

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