Wind lens: dal Giappone le turbine che renderanno più economico l’eolico rispetto al nucleare

Nuovi sviluppi in vista per l’eolico, il settore considerato il maggiori rivale del nucleare nella produzione di energia a livello mondiale. Un’importante innovazione arriva direttamente dal Giappone, che dopo Fukushima sembra aver raddoppiato il proprio impegno nello sviluppo di nuove tecnologie destinate ad un migliore sfruttamento delle energie rinnovabili, in termini sia pratici che economici. Sono stati infatti messi a punto dei nuovi prototipi di turbine eoliche in grado di produrre, nello stesso arco temporale, il triplo dell’energia rispetto ai modelli comunemente in uso.

Nuovi sviluppi in vista per l’eolico, il settore considerato il maggior rivale del nucleare nella produzione di energia a livello mondiale. Un’importante innovazione arriva direttamente dal Giappone, che dopo Fukushima sembra aver raddoppiato il proprio impegno nello sviluppo di nuove tecnologie destinate ad un migliore sfruttamento delle energie rinnovabili, in termini sia pratici che economici. Sono stati infatti messi a punto dei nuovi prototipi di turbine eoliche in grado di produrre, nello stesso arco temporale, il triplo dell’energia rispetto ai modelli comunemente in uso.

Ciò è stato reso possibile dai ricercatori della Kyushu University grazie alla messa a punto di speciali lenti eoliche in grado di incanalare al meglio la forza del vento in moda che essa raggiunga le turbine produttrici di energia al massimo livello di potenza possibile. Sono al momento in corso gli studi necessari a fare in modo che il progetto denominato “Wind Lens” possa essere applicato sia all’eolico off-shore che all’eolico a terra. Il nuovo sistema permetterebbe di sfruttare il vento anche nei momenti in cui esso è presente con minore forza, grazie all’ausilio delle speciali lenti eoliche di cui sopra.

Se i risultati della fase di sperimentazione proseguiranno ad essere convincenti, si prospetterà la possibilità di avere a disposizione una nuova risorsa tecnologica in grado di portare ad una rapido incremento del ricorso all’eolico, in particolare da parte di Paesi come gli Stati Uniti, le cui caratteristiche territoriali appaiono particolarmente favorevoli allo sfruttamento dell’energia proveniente dal vento.

Secondo le stime di ICEA (International Clean Energy Analysis), gli Stati Uniti avrebbero a propria disposizione una superficie totale di 2,2 milioni di km quadrati da dedicare allo sfruttamento dell’energia eolica. È stato calcolato che, ricorrendo soltanto ad un quinto del presente potenziale, si potrebbe soddisfare un terzo del fabbisogno annuale di energia di tutti gli Stati Uniti, mediante l’utilizzo di pale eoliche convenzionali. A livello teorico, triplicando la potenza delle stesse grazie alle nuove lenti messe a punto in Giappone, si raggiungerebbe una copertura totale della richiesta energetica, naturalmente previa messa a punto di una rete di distribuzione mirata ed efficiente.

Se una totale conversione all’eolico fosse realmente possibile, porterebbe facilmente alla creazione di numerosi posti di lavoro per la realizzazione delle opere necessarie, con immediati benefici per l’economia statunitense. In un quadro utopico, lo sfruttamento di un energia gratuita e praticamente sempre disponibile ed illimitata come quella eolica andrebbe rapidamente ad apportare benefici a tutti quegli ambiti produttivi interessati alla possibilità di avere a disposizione risorse sempre più efficaci per la produzione di energia, si pensi ad esempio al settore delle auto elettriche.

Resta comunque un dato di fatto che una crescita più o meno rapida del ricorso a fonti rinnovabili, quali l’eolico ed il fotovotaico, sarebbe completamente in linea con ciò che sta tuttora realmente avvenendo negli Stati Uniti, cioè un vero e proprio, quanto inatteso,superamento del nucleare da parte delle energie pulite verificatosi nel corso dell’anno appena trascorso.

Marta Albè

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