Romani: dopo referendum sul nucleare più spazio alle rinnovabili nel piano energetico nazionale

Di fronte all’esito del referendum, che ha segnato una dura sconfitta per i progetti di ritorno all’atomo tanto propagandati dal governo, il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani – messo alle strette – ha annunciato che lavorerà per annullare completamente la quota del nucleare e far crescere quella delle energie rinnovabili.

Di fronte all’esito del referendum, che ha segnato una dura sconfitta per i progetti di ritorno all’atomo tanto propagandati dal governo, il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani – messo alle strette – ha annunciato che lavorerà per annullare completamente la quota del nucleare e far crescere quella delle energie rinnovabili.

Lavoreremo perché la quota del nucleare si annulli completamente come avevamo già deciso abrogando la norma (ma visti i progetti che il governo aveva sul nucleare, era solo un’operazione di facciata temporanea per evitare la corsa al referendum, ndr). Faremo una strategia energetica – ha detto il Ministro, rispondendo ad una domanda postagli alla fine dell’assemblea di Confartigianato – che ha bisogno di una conferenza nazionale dell’Energia. In base a questa sarà fatta una nuova suddivisione delle fonti e ovviamente la parte riservata alle rinnovabili sarà molto più ampia”.

E per quanto riguarda il ruolo del gas?
Secondo il ministro, “Il fossile già oggi rappresenta il 94%” dell’approvvigionamento. E continuerà a fare la sua parte, ma ci sono altre fonti – ha concluso – dalle biomasse alla geotermia”.

Sarà in grado, dunque il Governo di rivedere i piani energetici e dare il giusto peso alle fonti rinnovabili? Non ne è affatto convinta SOS Rinnovabili, l’associazione che è stata in prima linea per la battaglia sul Decreto Romani e il Quarto Conto Energia.

Ora che il vento è cambiato, il Governo si affretta ad assicurare, per bocca del ministro Romani, che l’esecutivo lavora da tempo a un piano energetico per lo sviluppo delle rinnovabilie dell’efficienza energetica. Non è vero. Il governo ha lavorato e lavora da tempo per sbarrare la strada alle rinnovabili, in favore prima del nucleare, del carbone e del gas e d’ora in avanti in favore del carbone e del gas”.

Per l’associazione occorre azzerare il decreto Romani e il Quarto Conto Energia, ripartire da zero: “Così non va: non vogliamo un altro piano raffazzonato, vogliamo una Conferenza nazionale che faccia i conti con la nuova situazione, che ridefinisca l’obiettivo dei 45 miliardi che erano stati destinati al nucleare. Ma il Governo che ha fatto il quarto conto energia sotto la dettatura delle oligarchie dei fossili difficilmente potrà tenere fede ai proclami della prima ora”.

Anche alcuni esponenti del mondo delle energie rinnovabili sono intervenuti sulla questione, manifestando invece soddisfazione e volontà di collaborare. È il caso, ad esempio, di Confindustria ANIE il cui presidente Guidalberto Guidi si è così espresso:
“I più recenti accadimenti hanno imposto un cambio di rotta nella definizione della politica energetica italiana. Il ripensamento dell’agenda politica in materia energetica affonda le radici nella trasformazione in atto negli ultimi anni nel mercato energetico internazionale e nelle sfide che il mutamento di scenario ha imposto al sistema economico e produttivo. ANIE guarda pertanto con favore all’impegno espresso dal Governo per elaborare un piano energetico nazionale lungimirante che permetta all’Italia di affrontare le sfide di uno sviluppo sostenibile e competitivo”.

Le nuove direttrici che vorrebbero darsi alla programmazione energetica offrono segnali importanti per l’intera filiera delle rinnovabili attiva nel nostro Paese – ha dichiarato quindi Valerio Natalizia, Presidente di Gifi-Anie. ” A questo proposito è fondamentale l’elaborazione di una strategia condivisa che tenga conto del ruolo fondamentale che le fonti rinnovabili dovranno ricoprire nelle future strategie energetiche del nostro Paese”.
“Senza infrastrutture energetiche efficienti, sicure e sostenibili non è possibile garantire la competitività del sistema industriale e del Paese nel suo complesso – ha concluso Natalizia. Nella definizione del Piano è importante pertanto trovare un giusto equilibrio fra le soluzioni oggi disponibili, superare i particolarismi e continuare a favorire gli investimenti
”.”
L’industria elettromeccanica italiana rappresentata da Confindustria ANIE fornisce trasversalmente le tecnologie per il mercato energetico nei segmenti della generazione, trasmissione e distribuzione elettricaha proseguito il Presidente Guidi. Si tratta di un comparto con un peso economico significativo che, includendo il fotovoltaico, nel 2010 ha superato i 14 miliardi di fatturato aggregato di cui quasi il 60% realizzato oltreconfine”.

Verdiana Amorosi e Andrea Marchetti

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