Comuni italiani sempre più “Rinnovabili” e… autosufficienti

Sembra un'epidemia di energia pulita, ma è solo – si fa per dire – la naturale conseguenza di politiche accorte e lungimiranti. Il cambio di rotta che sta coinvolgendo tutti o quasi i comuni italiani si riconferma anche quest'anno come un trend positivo, apolitico e, soprattutto, in continua crescita.

Sembra un’epidemia di energia pulita, ma è solo – si fa per dire – la naturale conseguenza di politiche accorte e lungimiranti. Il cambio di rotta che sta coinvolgendo tutti o quasi i comuni italiani si riconferma anche quest’anno come un trend positivo, apolitico e, soprattutto, in continua crescita.

A dircelo sono i numeri del Rapporto Comuni Rinnovabili redatto da Legambiente, secondo i quali ci troviamo di fronte a un miglioramento generale non solo in termini qualitativi, ma anche quantitativi. In altre parole, ad aumentare è sia il numero di comuni italiani dove è installato almeno un impianto da fonti rinnovabili (nel 2011 sono ben il 94%), sia l’efficienza e la varietà degli stessi impianti utilizzati: oltre al classico fotovoltaico o solare termico, c’è posto anche per il mini-idroelettrico, la geotermia, le biomasse e il biogas.

Per ciascuna fonte rinnovabile l’associazione ha provveduto nel rapporto a stilare la classifica dei 50 comuni che si sono maggiormente distinti tracciando in contemporanea un quadro sulla diffusione delle singole energie pulite in Italia ed evidenziando per ognuna le case history più virtuose.

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Il rapporto di Legambiente – ha commentato Nando Pasquali, amministratore delegato del GSE – fa emergere il dato che le energie rinnovabili sono sempre più accessibili al singolo cittadino e non solo ai grandi produttori. Dimostra inoltre come il Paese stia puntando su tutte le fonti rinnovabili, soprattutto su quelle nuove, come il solare fotovoltaico, l’eolico e le biomasse che hanno forti possibilità di crescita, anche al fine del raggiungimento degli obiettivi comunitari”.

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Un cambiamento democratico e intelligente, insomma, che può anche garantire, a dispetto della leggendaria aura di inaffidabilità delle rinnovabili, la totale autosufficienza energetica. È il caso, ad esempio, dei comuni di Morgex (AO) e Brunico (BZ), premiati da Legambiente come migliori esempi di utilizzo combinato ed efficiente di più fonti rinnovabili, per comprire, tra l’altro, anche i consumi del riscaldamento.

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Ma non è solo l’arco alpino a darsi da fare. Sono tanti i comuni che riescono a produrre il 100% del proprio fabbisogno energetico e tra questi, ad esempio, ci sono anche capoluoghi di provincia del sud come Isernia, Agrigento e Lecce

Per dare continuità a questa straordinaria rivoluzione – precisa Edoardo Zanchini, responsabile del Rapportooccorre tuttavia semplificare le normative d’autorizzazione, dare certezze agli investimenti, avviare serie politiche di efficienza energetica e iniziare gli indispensabili interventi di adeguamento della rete alle nuove caratteristiche della microgenerazione distribuita.

Bisognerebbe, insomma, che la politica si mettesse a lavorare seriamente, così da garantire al paese un futuro energetico sicuro, pulito, e sostenibile. Ed è proprio qui, vista la simpatia per il nucleare e il decreto “ammazzafotovoltaico”, che iniziano i veri problemi.

Roberto Zambon

Per visualizzare e scaricare il Rapporto Comuni Rinnovabili con tutte le calssifiche e i dati raccolti da Legambiente clicca qui.

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