Tanzania: come il il kit fotovoltaico off-grid sta migliorando la vita nei Paesi in via di sviluppo

Il suo desiderio era quello di tenersi informato su ciò che accade nel mondo guardando il TG della sera. Peccato che dalle sue parti, l'elettricità sia considerata da molti un lusso. Ma il vecchio contadino Lusela Murandika che vive in Tanzania non si è dato per vinto e si è affidato alla fonte di energia più potente che la Natura ci offre: il sole

Il suo desiderio era quello di tenersi informato su ciò che accade nel mondo guardando il TG della sera. Peccato che dalle sue parti, l’elettricità sia considerata da molti un lusso. Ma il vecchio contadino Lusela Murandika che vive in Tanzania non si è dato per vinto e si è affidato alla fonte di energia più potente che la Natura ci offre: il sole.

Per anni, il 76enne che vive nel villaggio di Kanyala nel nord della Tanzania, si trovato a far fronte con la difficoltà di trovarsi a quasi 100 km di distanza dalla città più vicina collegata alla rete elettrica.

A lungo ha alimentato il suo piccolo televisore con un generatore diesel, tutt’altro che salutare, spendendo circa 10 dollari al mese per ottenere il carburante, denaro necessario per acquistare più di 20 chili di riso in un paese dove il reddito pro-capite è di 695 dollari.

Ma all’inizio di quest’anno, seguendo il suggerimento di alcuni amici, Lusela ha investito 400 dollari in un piccolo sistema fotovoltaico da 80 watt. Dopo averlo esposto tutto il giorno al sole dell’Africa orientale, Lusela è riuscito a vedere la TV per due ore. Un vero e proprio lusso.

Il sistema in realtà non è il massimo dell’efficienza, la batteria non è del tutto affidabile ma è comunque un miglioramento rispetto al generatore inquinante. E qui, come nella maggior parte delle zone rurali dell’Africa, non ci sono molte opzioni.

Lusela è felice di aver fatto il salto da generatore diesel al solare. Il pannello che alimenta la sua TV si trova adesso sul tetto della sua casa, dietro la parabola satellitare.

Ancora oggi i tanzaniani producono il 76 per cento della loro energia necessaria al riscaldamento e alla cottura dei cibi, usando carbone, legno e altre biomasse. Quindi c’è più in gioco che accendere la luce. L’inquinamento dell’aria uccide più di 4 milioni di persone ogni anno, più dell’Aids e della malaria messi insieme. Qui, aumentare l’accesso all’energia pulita è letteralmente una questione di vita o di morte.

Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, il 19% della popolazione mondiale vive senza accesso all’energia elettrica. In Africa, tale cifra arriva addirittura al 58 per cento. La stragrande maggioranza di coloro che non hanno energia si trova nelle zone rurali.

Ma proprio come la rivoluzione della telefonia mobile in Africa sta riducendo drasticamente la necessità di una rete fissa, l‘energia off-grid prodotta grazie al fotovoltaico sta via via scavalcando il collegamento alla rete elettrica. Come Murandika, migliaia di africani che vivono nelle campagne confidano nel solare. Basta poco. Non occorre installare enormi parchi fotovoltaici nel Sahara, come aveva in mente la Germania. Sono già disponibili una serie di kit forniti insieme ai pannelli, al cablaggio, ai convertitori di potenza e alle batterie per alimentare un paio di lampadine, un piccolo elettrodomestico o un caricabatterie del cellulare. Dispositivi piccoli, ma dall’enorme potenziale.

Secondo l’Iea, infatti, i sistemi off-grid come questo rappresenteranno il 20 per cento della nuova energia elettrica prodotta entro il 2030.

Il fotovoltaico su piccola scala è la chiave per portare luce nelle zone dove ancora oggi manca.

Francesca Mancuso

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