La crisi climatica alimenta il “blob” di acqua calda nell’oceano causando una mega siccità in Cile. Lo studio

Gli scienziati ritengono che la macchia calda al largo della costa orientale della Nuova Zelanda stia contribuendo alla siccità in Cile.

Una macchia di acqua calda nel Pacifico meridionale sta alimentando una siccità decennale in Cile e il cambiamento climatico è almeno in parte responsabile

Nell’Oceano Pacifico sudoccidentale c’è un’enorme regione di acqua insolitamente calda che copre un’area grande quanto l’Australia, conosciuta come il  “Southern Blob”. E a diverse migliaia di miglia di distanza, la nazione sudamericana del Cile sta vivendo una mega siccità da più di un decennio, con piogge e riserve idriche in diminuzione. Che correlazione c’è tra i due fenomeni?

In superficie, questi due eventi non hanno di fatto nulla a che fare l’uno con l’altro ma, secondo un nuovo studio, sono collegati da forze invisibili della pressione e della circolazione atmosferiche globali.

Leggi anche: Il 2020 è stato uno dei tre anni più caldi mai registrati nel mondo

Una ricerca pubblicata sul Journal of Climate rileva infatti che la crisi climatica causata dall’uomo è in parte responsabile del blob e, di conseguenza, della siccità, anche se fino a che punto non è ancora chiaro esattamente. Anche la variabilità naturale delle temperature oceaniche e atmosferiche ha avuto un ruolo, affermano gli scienziati.

Quello che viene chiamato Southern Blob, situato ad est dell’Australia e della Nuova Zelanda, è una vasta area di acqua calda, una “warming blob”, emersa circa quattro decenni fa probabilmente a causa di un naturale declino delle precipitazioni nel Pacifico tropicale centrale. Ma nel tempo, secondo lo studio, il cambiamento climatico ha reso il Blob più grande e più caldo.

Il calo delle precipitazioni ha influito sulla circolazione atmosferica nella regione, creando modelli di vento che hanno cambiato il modo in cui le correnti calde e fredde scorrono nell’oceano, guidando più acqua calda verso il Blob e spingendo l’acqua fredda più in profondità In pratica, l’acqua calda superficiale che costituisce il Blob riscalda l’aria sopra di esso e, man mano che l’atmosfera si riscalda, si espande in una “grande, ampia area di alta pressione”, nota come cresta ad alta pressione, ha affermato Kyle Clem, co-autore dello studio e docente di scienze del clima presso la Victoria University di Wellington.

cile caldo

@NOAA

In altre parole, l’acqua calda del Blob ha prodotto una cresta secca di alta pressione attraverso il Pacifico meridionale, impedendo alle tempeste di raggiungere il Cile, pian piano, le calotte nevose si sciolgono sulle Ande, i bacini idrici si stanno esaurendo e i paesaggi un tempo lussureggianti appassiscono letteralmente (le autorità cilene quest’anno sono state costrette a trasportare l’acqua a circa 400mila persone che vivono nelle aree rurali).

Il Blob costituisce forse solo il 3% del Pacifico meridionale, ma si trova in un’area così sensibile da produrre questa catena di eventi, ha affermato il coautore dello studio Rene Dario Garreaud, scienziato del clima presso l’Università del Cile a Santiago.

Sebbene la siccità non sia rara in Cile, l’attuale megasiccità persiste dal 2010. Leggi qui: Il Cile sta attraversando la peggiore siccità degli ultimi 60 anni e sotto accusa c’è anche la produzione di avocado

Sappiamo che il blob è naturale, ma è ‘rinvigorito’ dal cambiamento climatico… perché (è durato) così a lungo e perché è così intenso a causa del cambiamento climatico, scrivono gli scienziati, che affermano che saranno necessarie ulteriori ricerche per determinare esattamente il ruolo svolto dal cambiamento climatico in questo fenomeno. 

Fonti: Journal of Climate / Reuters

Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook