In Canada continua la “tempesta del secolo”, dichiarato lo stato di emergenza nella Columbia Britannica

Dichiarato lo stato di emergenza nella Columbia Britannica, la provincia più occidentale del Canada, dopo due giorni di pioggia torrenziale.

La chiamano “tempesta del secolo”: qui, nella Columbia Britannica, la provincia più occidentale del Canada, nelle ultime 24 ore è praticamente caduto un mese di pioggia mista a neve. Dichiarato lo stato di emergenza

Un’autostrada letteralmente spezzata, la Coquihalla Highway, e ferrovie immobilizzate: due giorni di pioggia torrenziale hanno colpito la Columbia Britannica, in Canada, provocando inondazioni e smottamenti che hanno bloccato i binari delle due principali linee ferroviarie della Nazione e spazzato via parti della principale arteria stradale est-ovest, la Trans-Canada Highway.

Dopo la disperata evacuazione di 50 mucche rimaste intrappolate, a ragione l’hanno denominata “tempesta del secolo”, o “tempesta mortale” , che sta lasciando dietro di sé una vera scia di devastazione, con almeno un morto e diversi dispersi.

Vancouver è completamente isolata, con strade e ferrovie interrotte dai detriti, dall’esondazione dei fiumi e dalle valanghe di fango trascinate a valle. Come l’autostrada Coquihalla Highway, appunto, che collega Vancouver al resto del Paese, che in alcuni punti crollata o sommersa dall’acqua.

Anche nella città di Merritt, a circa 300 km a nord di Vancouver, sono almeno 7 mila i residenti rimasti isolati. Evacuati anche molti distretti, tra cui 1.100 persone nelle zone della città di Abbotsford. Circa 1.100 persone nella città di Hope, a circa 120 chilometri da Vancouver, sono isolate e senza rifornimenti.

Non ho dubbi che questi eventi siano legati al cambiamento climatico, sono senza precedenti in natura – dice Mike Farnworth, ministro provinciale della Pubblica Sicurezza della regione, che tra l’altro era stata sconvolta solo pochi mesi fa da numerosi incendi forestali. 

Di fatto, l’impatto dei cambiamenti climatici sulla frequenza delle tempeste è un fatto oramai assodato e sappiamo bene che l’aumento delle temperature della superficie del mare riscalda l’aria e rende disponibile più energia per guidare uragani, cicloni e tifoni. Alla Cop26 appena conclusa si è discusso parecchio e si è arrivati a timidi accordi. Ancora tantissimo c’è da fare.

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Fonte: BBC

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