Presto potrebbe esserci più pioggia che neve nell’Artico, l’allarme degli scienziati

I nuovi modelli climatici rivelano aumenti più rapidi delle precipitazioni artiche rispetto a quanto precedentemente previsto

I nuovi modelli climatici ipotizzati dagli scienziati rivelano aumenti più rapidi e consistenti delle precipitazioni artiche rispetto a quanto precedentemente previsto

Il mondo che conosciamo sta cambiando sotto la spinta del riscaldamento globale e tali cambiamenti stanno avvenendo ad un ritmo sempre più rapido ed imprevedibile: nella regione artica, per esempio, molte delle aree un tempo ghiacciate sono già scomparse, liquefatte e disperse nell’acqua dell’oceano; anche il permasfrost (il ghiaccio un tempo considerato “perenne”) si sta sciogliendo, rilasciando tra l’altro metano altamente inquinante. Ma non è solo il paesaggio che si trasforma, è l’intero ecosistema a risentire degli effetti devastanti del cambiamento climatico.

Un nuovo studio condotto da un team di ricercatori statunitense prevede che in un futuro prossimo – già a partire dal 2060 o dal 2070 – l’Artico inizierà il suo passaggio verso un clima sempre più caratterizzato dalle piogge e sempre meno dalla neve. Il graduale passaggio a un clima piovoso non è inaspettato, ma i ricercatori puntano i riflettori sulla velocità inaspettata a cui questa trasformazione avrà luogo nei prossimi anni. Lo studio si basa sulla lettura incrociata dei modelli climatici globali, sviluppati da ricercatori di tutto il mondo, che sono in grado di simulare meglio le precipitazioni artiche e offrono approfondimenti sui modi in cui i modelli di pioggia e neve potrebbero cambiare nei prossimi decenni.

Secondo i nuovi modelli, il Circolo Polare Artico potrebbe riscaldarsi più velocemente rispetto a quanto previsto da studi precedenti; inoltre, i modelli di precipitazioni della regione potrebbero essere più sensibili a piccole quantità di riscaldamento di quanto gli scienziati sospettassero in precedenza. Anche se, nella migliore delle ipotesi, i governi del mondo riescano a contenere l’innalzamento delle temperature entro +1,5°C previsto dagli Accordi di Parigi sul Clima (2015) e dalla recente Cop26, questo non impedirà all’Artico di passare ad un clima piovoso.

(Leggi anche: Questo video mostra il drammatico scioglimento di un ghiacciaio islandese in appena 40 giorni)

Ma vediamo meglio cosa descrivono questi modelli: se l’aumento delle temperature globali arrivasse a +1,5°C, si sperimenterebbero precipitazioni piovose sui mari della Groenlandia e della Norvegia; se le temperature raggiungessero +2°C entro la fine del secolo, invece, anche la Russia occidentale e alcune regioni dell’Artico europeo saranno interessate dalle piogge; infine, se l’aumento delle temperature fosse di 3°C (la previsione più plausibile, seguendo la curva dell’innalzamento a cui stiamo già assistendo), la maggior parte delle regioni sul lato Pacifico del Circolo Polare Artico andranno incontro alle piogge. Ovviamente, la neve non sparirà del tutto: durante i mesi più freddi, tutte le aree saranno ancora interessate da precipitazioni nevose ma, nella media annuale, la quantità di pioggia che cadrà sarà maggiore di quella della neve.

@ Nature Communications

 

Questi cambiamenti nelle precipitazioni artiche potrebbero avere profonde conseguenze non solo per il delicato ecosistema artico, ma anche per altre regioni del mondo. Se consideriamo che il candore della neve aiuta a riflettere i raggi solari lontano dall’atmosfera terrestre, contribuendo così ad abbassare le temperature, sarà facile immaginare che meno neve accelererà il processo di riscaldamento (ecco perché lo scioglimento della neve artica è uno dei motivi principali per cui la regione si sta riscaldando molto più velocemente rispetto al resto del Pianeta). Inoltre, l’assenza della neve rappresenterebbe la scomparsa dell’habitat per moltissimi animali polari, come per esempio gli orsi o i caribù.

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Fonte: Nature Communications

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