Ispra: in lieve calo le polveri sottili. E sprechiamo meno acqua

Città ancora inquinate, con nonostante siano ancora elevate le concentrazioni nell'aria di polveri sottili. Cala anche il consumo d'acqua per uso domestico ma aumentano le superfici artificiali. 51 Comuni hanno cementificato un territorio pari a quasi 220.000 ettari (quasi 35.000 solo a Roma), con un consumo di suolo giornaliero pari a quasi 5 ettari di nuovo territorio perso ogni giorno. È questo il quadro emerso dal IX Rapporto Ispra sulla Qualità dell’Ambiente Urbano

Città ancora inquinate, con nonostante siano ancora elevate le concentrazioni nell’ria di polveri sottili. Cala anche il consumo d’acqua per uso domestico ma aumentano le superfici artificiali. 51 Comuni hanno cementificato un territorio pari a quasi 220.000 ettari (quasi 35.000 solo a Roma), con un consumo di suolo giornaliero pari a quasi 5 ettari di nuovo territorio perso ogni giorno. È questo il quadro emerso dal IX Rapporto Ispra sulla Qualità dell’Ambiente Urbano.

Presentato oggi a Roma dal Ministro dell’Ambiente Orlando, il dossier annuale ha preso in esame 60 comuni italiani, con una superficie complessiva pari al 4% del totale nazionale e in cui vive il 24,9% della popolazione italiana.

Qualità dell’aria. La buona notizia è che le polveri sottili diminuiscono. Le sostanze inquinanti rimangono tutte nelle città. Il particolato (PM10 e PM2.5), il biossido di azoto e l’ozono continuano a essere gli inquinanti atmosferici più critici nelle aree urbane, soprattutto nel bacino padano. A destare preoccupazione anche il benzo(a)pirene per le sue accertate proprietà cancerogene.

Deboli ma significativi segnali riguardano la diminuzione di PM10 e biossido di azoto. Stazionaria invece la situazione dell’ozono. Per quanto riguarda il PM10, nel periodo compreso tra il 2006 e il 2011 le 57 stazioni di monitoraggio, appartenenti al territorio di 29 città, hanno mostrato una diffusa tendenza alla riduzione, ad esempio nelle città di Aosta, Bari, Bologna, Firenze, Palermo, Roma, Taranto e Torino

Dal 2000 al 2010 si registra a livello nazionale una diminuzione del 37% circa di emissioni di PM10. Le riduzioni delle emissioni riguardano tutti i settori, ad eccezione del riscaldamento che purtroppo registra un incremento di + 33%.

Da qui infatti deriva la maggior parte delle emissioni di particolato, pari a circa il 37%, e dal trasporto su strada, intorno al 31%. Dovrebbe far riflettere il fatto che nel 2010, in tutte le città considerate, il contributo del riscaldamento alle emissioni di PM10 è stato maggiore di quello dei trasporti su strada ad eccezione di Milano, Trieste, le città della Liguria e dell’Emilia Romagna, Prato, Terni e Roma (dove il traffico è responsabile del 56% delle emissioni di particolato).

Per quanto riguarda le auto, nel 2012 Roma è stata la città con il maggior numero di veicoli privati, pari a 1.569.474, seguita da Milano (585.612), Napoli (506.522) e Torino (453.800).

Verde. La maggior parte delle città non gode di vaste aree di verde pubblico. Tra le migliori primeggia Trento ma sono Messina, Venezia e Cagliari le città con le quote più alte di territorio protetto, con rispettivamente 70%, 72,7% e 51,1% di superficie comunale di interesse naturalistico.

Il Rapporto per la prima volta ha mostrato le cifre fornite dalla Banca Dati ISPRA sugli uccelli introdotti (alloctoni). In 27 delle 60 città sono state segnalate tali specie e soprattutto il Parrocchetto dal collare (Psittacula krameri), osservato in 17 città, e il Parrocchetto monaco (Myiopsitta monachus) osservato in 9 città. Si tratta di due specie in forte espansione segnalate soprattutto a Roma (oltre 2000 avvistamenti) e Genova. Altre specie presenti in libertà in ambienti urbani sono l’Anatra mandarina (Aix galericulata), il Cigno nero (Cygnus atratus) e l’Amazzone fronteblù (Amazona aestiva). Le cinque città con maggior numero di segnalazioni di specie alloctone sono Roma (2046 avvistamenti), Genova (156), Firenze (60), Napoli (53) e Milano (33).

Acqua. Altra buona notizia. Gli italiani, negli ultimi 10 anni sono stati più attenti e hanno ridotto il consumo domestico di acqua. In media è diminuito del 14,5%. La città con la riduzione più significativa è stata Monza (- 48,4%), seguita da Parma (-34,5%) e Piacenza (-31,1%); Messina è quella che, al contrario, ha aumentato l’uso dell’acqua in casa (+17,5%). Il fenomeno è da attribuirsi alla maggior attenzione degli italiani, visto che solo 3 città (Reggio Calabria, Palermo e Messina) hanno adottato misure di razionalizzazione nell’erogazione.

Consumo di suolo. Crescono le superfici artificiali e impermeabili. Nel complesso le 51 aree comunali soggette a monitoraggio hanno cementificato un territorio pari a quasi 220.000 ettari. Ogni giorno perdiamo quasi 5 ettari di nuovo territorio. Il 7% del consumo giornaliero in Italia è concentrato nelle 51 città analizzate. In testa Napoli e Milano che hanno ormai consumato più del 60% del proprio territorio comunale.

Francesca Mancuso

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