Vivisezione: in Inghilterra Green Hill si rifà il look per le prime riprese autorizzate

L’insediamento lager Green Hill, in Inghilterra nell’East Yorkshire, apre per la prima volta i cancelli alle telecamere. Non era mai successo in 37 anni. E per l’occasione si rifà il look, mostrandosi come un luogo ameno, pulito e quasi accogliente. E non si tratta di certo di un caso fortuito. È atteso a breve, infatti, il risultato dell’appello presentato dalla multinazionale Marshall alla decisione del Consiglio Comunale di Hull, che lo scorso giugno disse no alla realizzazione dei nuovi stabulari. Sarà il Segretario di Stato per le comunità ed i governi locali, Eric Pickles, noto politico del partito conservatore, a pronunciarsi nei prossimi giorni sulla delicata questione.

L’insediamento lager Green Hill, in Inghilterra nell’East Yorkshire, apre per la prima volta i cancelli alle telecamere. Non era mai successo in 37 anni. E per l’occasione si rifà il look, mostrandosi come un luogo ameno, pulito e quasi accogliente. E non si tratta di certo di un caso fortuito. È atteso a breve, infatti, il risultato dell’appello presentato dalla multinazionale Marshall alla decisione del Consiglio Comunale di Hull, che lo scorso giugno disse no alla realizzazione dei nuovi stabulari. Sarà il Segretario di Stato per le comunità ed i governi locali, Eric Pickles, noto politico del partito conservatore, a pronunciarsi nei prossimi giorni sulla delicata questione.

La forte pressione degli animalisti e dell’opinione pubblica continua a mettere i bastoni tra le ruote alla Marshall, proprio come è successo in Italia qualche giorno fa, quando 5 attivisti del Coordinamento Fermare Green Hill, eludendo la guardia dell’allevamento, erano saliti sul tetto del capannone di Montichiari (BS) per impedire che i carichi di cuccioli venissero trasferiti verso i laboratori.

Si tenta allora il tutto per tutto e si lascia che i giornalisti di skynews riprendano le immagini di teneri beagle scodinzolanti, liberi di correre fuori dalle loro prigioni. A fare da sfondo un bellissimo gioco come quelli che si vedono nei parchi per bambini, con tanto di scivolo. Non una deiezione sul pavimento, nessun animale maltrattato. Solo tanti sorrisi, tante carezze e tanto amore. L’ambiente è asettico e pulitissimo. Tutti indossano guanti, mascherine e camici immacolati. Quanta ipocrisia in queste immagini! Perché a Green Hill, un nome che dovrebbe far pensare a bucoliche colline, va invece in scena quotidianamente l’orrore. Perché dietro le mura di Green Hill, protette da filo spinato, telecamere a circuito chiuso e guardie, si “fabbricano” cani destinati alla vivisezione.

Loro, i cani protagonisti delle riprese di Sky, forniscono sangue per la sperimentazione medica. Se verrà costruito il nuovo stabilimento, altri beagle saranno destinati a testare gli effetti de dei prodotti farmaceutici. Ovviamente, i profitti sono assicurati, visto che ogni esemplare può valere 1600 sterline. L’azienda si rifiuta di dire quanti cani di razza prevede di ospitare nei nuovi edifici, ma gli attivisti parlano di circa 2.000 esemplari. La Marshall, intanto, ci tiene a sottolineare che i nuovi cani non aumenteranno le forniture per la vivisezione. Servono a evitare gli acquisti dall’estero, “a ridurre il numero degli animali importati”.

Ma credono davvero di poterci ammaliare con le loro belle storielle? Augurandoci vivamente che l’appello non venga accolto in Inghilterra e che nessuno cada nello squallido tranello, ci piace concludere ricordando che in Italia lager come quelli di Green Hill hanno le ore contate, dopo che il Ministro Brambilla ha proposto e ottenuto l’ approvazione in commissione Affari sociali, spiega lei stessa, di “un emendamento alla legge comunitaria 2011, di recepimento della direttiva del 2010, che ci permette di voltar pagina con la sperimentazione animale dopo decenni di orrori”. Un piccolo passo in avanti.

Roberta Ragni

Guarda qui il video di SkyNews

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