Sventato traffico illegale di tordi, cardellini e allodole: 11mila gli uccelli catturati e venduti ogni anno in Italia

Sgominata banda che catturava illegalmente e commercializzava uccelli di specie protette come tordi, cardelli e allodole

Un’operazione anti-bracconaggio le cui indagini erano iniziate nel 2018 si è conclusa ieri nel migliore dei modi: 2 persone sono finite agli arresti domiciliari e altre 5 sono state denunciate per aver catturato e rivenduto uccelli di specie protette.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, i militari della Sezione Operativa Anti-bracconaggio e Reati a Danno degli Animali del Raggruppamento Carabinieri CITES e del Nucleo Carabinieri CITES di Napoli, non è stata semplice dato che la banda aveva messo in atto tutta una serie di strategie per farla franca.

Quello che è emerso è un ampio commercio illegale di uccelli appartenenti a specie protette, che venivano catturati da alcuni degli indagati in diverse zone dell’Italia meridionale utilizzando tra l’altro metodologie illegali come trappole e richiami vietati (tra cui altri uccelli vivi come esca).

Gli animali venivano poi tenuti al sicuro in depositi (non a norma e dove gli uccelli erano in evidente sofferenza), prima di essere venduti al mercato nero.

Per il trasporto degli uccelli verso Nord, la banda si serviva lungo il tragitto di diversi depositi, auto-staffette e cortili privati sicuri, tutti sistemi utili a scongiurare il rischio di controlli da parte delle forze dell’ordine.

Tordi, cardellini, allodole e altri uccellini venivano venduti, soprattutto nel Nord Italia, non solo a privati ma anche a negozianti.  Il tutto grazie anche alla complicità di veterinari e altre figure professionali atte a fornirgli una documentazione (ovviamente falsa) che serviva a far sembrare regolari gli uccelli.

2750 sono stati gli uccelli commercializzati nel corso delle intercettazioni e indagini degli ultimi mesi ma, proiettando il dato su base annua, gli uccellini vittime di questi bracconieri sarebbero stati 11mila esemplari all’anno, per un giro d’affari di circa 350mila euro.

A dare notizia dell’accaduto è stato anche il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che in un post su Facebook ricorda che:

Il bracconaggio non danneggia semplicemente il singolo animale, ma è un problema per l’equilibrio del sistema naturale. Un danno inestimabile per la biodiversità e la nostra avifauna.

Ora l’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere prevede gli arresti domiciliari per i 2 capi dell’associazione e l’obbligo di dimora nel comune di residenza con firma presso la polizia giudiziaria per le altre 5 persone coinvolte. Tutti sono stati accusati di associazione a delinquere finalizzata all’illecito commercio di avifauna protetta e all’illecita cattura.

Speriamo che, a seguire, vengano individuati e denunciati anche tutti gli altri “collaboratori” di questa rete di bracconieri senza scrupoli.

Fonti: Cronaca Caserta / Il Gazzettino / Facebook

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