Arriva la tassa sulla sperimentazione animale: protestano i ricercatori

Proteste degli scienziati per il decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, che prevede il versamento di tariffe al per la sperimentazione animale

Il mondo scientifico e le associazioni animaliste, da sempre in conflitto sul tema della sperimentazione animale, sono particolarmente distanti oggi dopo l’introduzione della tassazione sulla ricerca condotta su cavie.

Il Ministero della Salute infatti ha approvato il decreto n.173, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 25 luglio, relativo alla determinazione delle tariffe per il rilascio di autorizzazioni per studi scientifici in cui vengono utilizzati animali.

Le tariffe previste dal decreto sono diverse: ad esempio per ottenere il rilascio o il rinnovo dell’autorizzazione per progetti di ricerca che prevedano l’uso di primati non umani, cani, gatti ed esemplari di specie in via di estinzione sarà necessario versare al ministero euro 613,60.

La notizia non è stata di certo accolta con entusiasmo dagli scienziati, impegnati ogni giorno a fare ricerca avendo a disposizione sempre meno finanziamenti pubblici.

Sei società scientifiche hanno inviato una lettera aperta ai ministri della Salute, dell’Istruzione e dell’Economia per chiedere una moratoria nell’applicazione del decreto.

Secondo i ricercatori:

La prevedibile conseguenza sarà non solo quella di immobilizzare o ritardare lo svolgimento delle ricerche finanziate ma anche di mettere a rischio l’ottenimento di finanziamenti da parte di organismi erogatori.

Armando Bartolazzi, sottosegretario alla Salute, ha fatto sapere ai ricercatori di essere:

consapevole che nel decreto, necessario per adeguarci alla normativa Ue in materia, ci sono troppi paletti che di fatto ostacolano lo svolgimento della ricerca pubblica e, per questo a settembre avvieremo un confronto per una semplificazione e rimodulazione della norma.

Dovremo quindi attendere dopo l’estate per sapere se e come sarà modificata la normativa appena approvata.

Nel frattempo le associazioni animaliste, da anni impegnate nel difendere i diritti degli animali  hanno criticato la richiesta di una moratoria da parte delle Società Scientifiche facendo notare come anziché difendere i test sugli animali bisognerebbe muoversi verso l’uso di modelli alternativi nella ricerca.

Michela Kuan, Biologa, responsabile LAV Ricerca senza animali, scrive:

Lascia basiti e amareggiati come, invece di rivolgersi e agevolare lo sviluppo dei modelli alternativi, come richiesto in maniera cristallina dalle leggi nazionali e internazionali, in Italia assistiamo al processo inverso; non solo si continua a fare sperimentazione su animali, ma addirittura la si difende pubblicamente facendo pressioni sul mondo politico.

Chissà che con questa nuova tassazione e con l’avvio del tavolo istituito per studiare metodi alternativi alla sperimentazione animale al Ministero non si stia lavorando proprio nella direzione auspicata da chi ha a cuore gli animali.

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Tatiana Maselli

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