Strage di tartarughe marine nel Golfo del Messico: morti 300 esemplari

Sono rimaste intrappolate nelle reti da pesca. È questa la triste fine di 300 tartarughe olive ridley, al largo delle coste del Messico. Nessuna si è salvata e nonostante il tentativo di soccorrerle è stata una strage

Sono rimaste intrappolate nelle reti da pesca. È questa la triste fine di 300 tartarughe olive ridley, al largo delle coste del Messico. Nessuna si è salvata e nonostante il tentativo di soccorrerle è stata una strage.

Ancora morti per colpa della pesca e dell’inquinamento. Le 300 tartarughe marine uccise appartenevano anche a una specie in via di estinzione. I loro corpi sono state ritrovati al largo della costa meridionale del Messico, intrappolati nelle reti da pesca, poco dopo il recupero di altre 100 tartarughe morte.

I pescatori dello stato meridionale di Oaxaca hanno scoperto le tartarughe nella comunità balneare di Barra de Colotepec.

Le immagini catturate da un fotografo di Reuters hanno mostrato decine di corpi martoriati, molti dei quali iniziavano a decomporsi. Le tartarughe erano finite in una rete e lì erano rimaste intrappolate.

Nota anche come tartaruga bastarda olivacea, questa specie misura circa 75 cm e pesa circa 45 kg. Vive soprattutto nelle zone tropicali, sia nell’Atlantico che negli oceani Indiano e Pacifico e preferisce le acque costiere.

Da maggio a settembre, nel caso del Messico, si sposta lungo le coste dell’Oceano Pacifico per deporre le uova. Eppure, durante questo cammino, ha trovato la morte.

tartarughe morte

Asfissia, ami da pesca o alghe nocive potrebbero aver ucciso le tartarughe, ma la causa è ancora da accertare, ha detto il PROFEPA, il procuratore federale per la protezione ambientale.

Il Messico, che ospita 6 delle 7 specie di tartarughe marine del mondo, ha un programma permanente per proteggere queste creature, comprese sanzioni penali per coloro che le uccidono. Al momento sono in corso una serie di indagini per accertare le cause della loro morte.

Purtroppo si tratta di una specie che si trova anche nella Lista Rossa dell’Iucn, classificata come vulnerabile.

Una perdita gravissima, l’ennesima, causata ancora una volta dall’uomo.

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Francesca Mancuso

Foto: REUTERS/Fredy Garcia

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