Strage di elefanti in India: uccisi a colpi di fucile o folgorati con i fili elettrificati dai bracconieri

Ancora un elefante ucciso a colpi di proiettili. Questa volta è toccato a un maschio di tre anni, la cui carcassa è stata trovata a Odisha

Ancora un elefante ucciso a colpi di proiettili. Questa volta è toccato a un maschio di tre anni, la cui carcassa è stata trovata a Odisha, uno stato dell’India Orientale sul golfo del Bengala e secondo i funzionari, è colpa dei bracconieri.

Mercoledì scorso, mentre raccoglievano dei funghi, alcune donne del villaggio di Dakapadar vicino alla foresta di Mundeswara nel distretto di Boudh, hanno visto la carcassa di un elefante che giaceva a terra. Evidenti colpi di fucile, ma se le sue zanne erano ancora intatte. Il corpo dell’elefante è stato sequestrato dalle autorità.

Il dato allarmante è che questo è il terzo caso di bracconaggio in pochi giorni. In precedenza, tre elefanti – un maschio, una femmina e un elefantino – erano morti sempre a Odisha dopo essere rimasti intrappolati nel recinto di filo elettrificato che i bracconieri avevano costruito per intrappolare i cinghiali.

Agli elefanti che erano morti folgorati sono state poi tolte le zanne che vanno ad alimentare il mercato nero dell’avorio. Adesso, il governo ha sospeso due guardie forestali per negligenza. Queste morti, infatti, hanno sollevato numerosi dubbi sulla reale difesa di questi maestosi animali, sempre più a rischio sia per colpa della perdita di habitat che per il bracconaggio. I gruppi di conservazione sostengono che dall’aprile 2019 oltre il 50% degli elefanti sono morti per cause innaturali.

“Il numero di elefanti adulti morti è aumentato. Lo stato sta rapidamente perdendo maschi utili alla riproduzione, circa 20 ogni anno. Ciò minaccia la sostenibilità e la salute della nostra popolazione di pachidermi, chiosa il noto ambientalista Biswajit Mohanty.

Fonti: Hindustan Times/The New Indian Express

Leggi anche:

 

 

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook