Il Tar del Lazio non ferma la sperimentazione sui macachi: diventeranno ciechi

Il progetto di ricerca continuerà e i macachi saranno sottoposti a un'operazione che li renderà ciechi, per studiare i deficit visivi umani

La sperimentazione sui sei macachi rinchiusi nelle gabbie dell’Università di Parma non si fermeranno, almeno per ora. Il Tar del Lazio ha infatti respinto ieri la richiesta di sospendere il progetto di ricercaLightup – Turning the cortically blind brain to see”, portato avanti anche dall’Università di Torino, finalizzato allo studio dei deficit della visione.

Il progetto prevede che i macachi siano sottoposti a un training per diversi mesi in cui verranno immobilizzati e costretti a memorizzare alcune immagini per diverse ore al giorno. Dopodiché subiranno un intervento chirurgico per l’asportazione di parti della corteccia cerebrale, così che diventino clinicamente ciechi.

Lo studio è postato avanti dal Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino e dall’Università di Parma, grazie a fondi europei per oltre 2 milioni di euro.

La LAV , Lega antivivisezione,  ha cercato di ostacolare il progetto di ricerca anche attraverso una petizione che a oggi ha raccolto quasi 400mila firme indirizzate al Ministro della Salute e facendo ricorso al Tar.

Durante l’udienza con cui il tribunale ha respinto la richiesta di interrompere lo studio, Lav ha appreso che ai macachi sono già state conficcate viti nel cranio e che l’operazione avverrà la prossima primavera.

“Abbiamo contestato la totale assenza di motivazione dell’autorizzazione rilasciata dal Ministero della Salute. Su questo il TAR non ha risposto chiedendo a noi quali siano le alternative agli esperimenti, aspetto che, in questo ambito, compete al Ministero della Salute e al Consiglio Superiore di Sanità.
Lo stesso Tribunale ha però riconosciuto il nostro diritto ad accedere alle relazioni sulla sperimentazione di questi animali, che erano state finora negate dal CSS, nonostante siano la base della motivazione dell’autorizzazione del Ministero, tanto da ordinarne la produzione nel processo entro 30 giorni”, ha commentato Lav in merito all’udienza.

Lav ha fatto sapere inoltre di non aver perso le speranze di riuscire a salvare i macachi e di voler ricorrere al Consiglio di Stato, auspicando si pronunci al più presto accogliendo le ragioni giuridiche e scientifiche dell’associazione.

Nel nostro piccolo continuiamo a farci sentire firmando la petizione

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Tatiana Maselli

Foto cover

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