Centinaia di scienziati lanciano l’allarme sul rischio di estinzione reale e imminente per balene, focene e delfini

Le catture accidentali con le reti da pesca rappresentano la principale minaccia per questi mammiferi marini

Centinaia di scienziati e attivisti ambientali appartenenti a 40 paesi hanno firmato una lettera aperta per chiedere un’azione globale per la tutela di balene, focene e delfini, a rischio estinzione.

Secondo gli esperti, questi mammiferi marini si trovano sul filo del rasoio e, in mancanza di azioni concrete, saranno dichiarati estinti nel giro di pochissimi anni.

Nonostante il divieto di caccia per queste specie sia ormai esteso alla maggior parte dei paesi, balene, delfini e focene devono purtroppo fare i conti con diverse altre minacce.

Tra queste, la maggiore è quella di essere catturate accidentalmente: circa 300mila tra balene, delfini e focene muoiono ogni anno in modo orribile, impigliati nelle reti da pesca.

Molti dei pesci che finiscono sulle nostre tavole hanno probabilmente provocato la cattura accidentale di specie protette.

Alle catture accidentali si aggiungono l’inquinamento da plastica, i cambiamenti climatici, la perdita di habitat, la mancanza di risorse alimentari e le collisioni con le navi.

La situazione è drammatica: di alcune specie non restano che poche decine di esemplari.

Gli esperti, preoccupati per il futuro di questi mammiferi, hanno sottoscritto un documento firmato da oltre 350 scienziati e ambientalisti per chiedere ai governi di agire subito per fermarne il declino e prevenirne l’estinzione.

“È fondamentale che i governi sviluppino, finanzino e implementino ulteriori azioni necessarie per proteggere e salvare queste specie iconiche”, ha dichiarato la Dott.ssa Susan Lieberman della Wildlife Conservation Society.

La lettera è parte di un movimento crescente di scienziati e ambientalisti impegnati ad aumentare la consapevolezza delle minacce affrontate dalle balene, delfini e focene e a fare pressioni sulla politica affinché si agisca a tutela di queste specie.

Fonti di riferimento: Mammal Research Institute/BBC

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