Quarantena, il rarissimo puledro nato da una mula e da un asino, compie un anno

Ad aprile una mula ha dato alla luce un puledro. Si tratta di un evento rarissimo che si è verificato solo 60 volte negli ultimi 600 anni

Si chiama Quarantena, è nato un anno fa a Tuscania, in provincia di Viterbo ed è un vero miracolo della Natura. È un puledro maschio, nato da una mula e da un asino Amiatino. Un evento davvero improbabile visto che solitamente la mula è un animale sterile.

Non a caso il detto latino “Cum mula peperit” si riferisce proprio questo per indicare qualcosa che non si verificherà mai. Ma la Natura è splendida anche perché ci sorprende sempre. Quarantena, è questo il nome del piccolo puledro, che da un anno gioca felice nelle campagne del Lazio.

Non sa di essere speciale ma di fatto lo è eccome. Solitamente la mula, un ibrido derivato dall’incrocio fra l’asino stallone e la giumenta del cavallo è notoriamente sterile. Ma la mula Tuona e l’asino amiatino Lampo si sono resi loro malgrado protagonisti di una specie di miracolo.

Il lieto e straordinario evento è avvenuto durante l’emergenza Coronovirus, a Tuscania, nella Fattoria di Redelmo e Luca Mattioli, appassionati allevatori di cavalli e muli da più generazioni.

Nato in piena pandemia, Quarantena non è un mulo né un asino, ma una rarissima creatura.

quarantena puledro

©Università di Perugia

Stefano Capomaccio, genetista del Centro di Ricerca del Cavallo Sportivo, e Maurizio Monaci, ginecologo del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Perugia, hanno avviato uno studio per comprendere come sia stato possibile un evento del genere:

“Un cavallo ha 64 cromosomi e un asino ne ha 62, quindi un mulo rimane con 63, un numero irregolare che non può essere diviso in coppie: ciò dovrebbe impedire a un mulo di riprodursi. Stiamo dunque indagando, con tecnologie all’avanguardia, le cause della inusuale gravidanza a livello molecolare. Forse la scienza riuscirà a spiegarci il perché Quarantena somiglia un po’ a un asino e un po’ a un mulo, ma non esattamente ad uno di essi” ha spiegato  Capomaccio.

“L’evento è così raro che i latini avevano coniato un proverbio Cum mula peperit, che significa appunto quando una mula potrà partorire – ha spiegato  la dottoressa Alessia Ciaramelli, ippiatra e specialista in neonatologia che ha assistito madre e figlio nelle fasi del post partum -. Quando accadde in Marocco, le popolazioni locali temevano che segnasse l’inizio della fine del mondo o, come in un villaggio dell’Albania, che l’evento fosse la progenie del diavolo”.

Nel corso della storia sono stati documentati solo pochi casi simili. A parlarne per la prima volta fu Aristotele. Accadde poi in Marocco nel 1984 e nel 2002, in Cina nel 1988, in Albania nel 1994 e in Colorado nel 2007. Negli ultimi 600 anni, dal 1527, solo 60 mule che dato alla luce un piccolo.

Un miracolo arrivato proprio in piena pandemia.

Fonti di riferimento: Università degli studi di Perugia

 

 

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