Meduse: aumentano per colpa dell’inquinamento

Secondo l'Ispra, la prossima estate il numero delle meduse con cui potremo venire sfortunatamante a contatto non dovrebbe aumentare rispetto agli anni precedenti.

Estate in arrivo, e con essa il pericolo meduse. Secondo gli esperti, quest’anno la presenza delle meduse è stata leggermente in calo nei mesi invernali e ciò potrebbe far suppore che anche d’estate dovremmo subire meno gli incontri poco piacevoli con i loro tentacoli.

A riferirlo è stato Franco Andaloro dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) che all’Adnkronos ha spiegato i rischi per la stagione in arrivo. “Negli ultimi quattro anni – dice – la loro presenza, che era legata a cicli, si è invece stabilizzata. Anche se nell’inverno 2011 abbiamo rilevato un leggero calo rispetto al 2010, che ci può far auspicare un minor impatto sulla balneazione estate. Ma allo stato attuale non è possibile prevedere cosa accadrà ad agosto“.

Potrebbe andare meglio, o forse no. Una cosa è certa. L’aumento delle meduse degli ultimi anni è certamente legato all’inquinamento. Alla base dell’aumento delle meduse ci sono ancora una volta i cambiamenti climatici, non solo per ciò che concerne il riscaldamento delle acque. Secondo l’esperto, l’aumento delle temperatura ha come conseguenza anche una maggiore piovosità, con il c conseguente riversamento in mare di acqua dolce, cui si aggiunge laa diminuzione di predatori come le tartarughe o alcune specie ittiche dette ‘mangia-meduse‘. Un anello della catena alimentare alterato, visto che nonostante le tartarughe siano fameliche, non riescono a far fronte all’aumento delle meduse.

A peggiorare la situazione, secondo Andaloro, c’è anche un altro fatto. L’abbondanza di meduse comporta una diminuzione degli stock ittici: “Se si considera che le meduse si nutrono anche di uova e larve di pesci, determinando un calo degli stock ittici che sono bersaglio delle attività di pesca“.

Oltre a quelle comuni, presenti nei nostri mari, tra cui la Pelagia noctiluca, negli ultimi decenni ne sono arrivate nuove specie, soprattutto nelle acque della Sicilia, ed in particolare la rara Physalia phisalis o caravella portoghese. In realtà, non si tratta di una vera e propria medusa ma di un sifonoforo, ossia di una colonia di polipi, ed è facilmente riconoscibile per la caratteristica forma a sacca galleggiante con lunghi tentacoli blu.

Per evitare ansia – conclude Andaloro – bisogna ribadire che le caravelle portoghesi sono letali solo quando di grandi, enormi dimensioni. E nel mar Mediterraneo non ne esistono di questo tipo. Sono presenti solo negli Oceani“. O quasi.

E se siete tra gli sfortunati che quest’estate finiranno tra le grinfie dei fastidiosi animaletti marini, provate i nostri rimedi naturali contro l’ustione provocata dalla medusa.

Francesca Mancuso

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